La plastica che ricicliamo davvero è ancora troppo poca

Perché lungo la filiera si accumulano falle ed errori, come hanno svelato i numeri di uno studio dell’Ispra.
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Gianluca Cedolin 24 Novembre 2020

Sappiamo tutti quanto la plastica sia diventato un problema per il nostro pianeta, con i mari e la terra inquinati da questo materiale prodotto, utilizzato e gettato a ritmi insostenibili per gli ecosistemi. Certo, fortunatamente in molti si stanno impegnando a produrne meno, e in ogni caso a smaltirla correttamente e a differenziarla, ma proprio la lunghezza di questa filiera, e i vari attori che vi partecipano, fanno sì che dalla quota iniziale di rifiuti di plastica a quella effettivamente riciclata vada persa qualche tonnellata, che finisce nell'indifferenziato. Un problema evidenziato dallo studio sulle falle della filiera del riciclo presentato dall'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, durante un convengo a Ecomondo, e basato sull'ultimo report sui rifiuti urbani elaborato proprio dall'Istituto, quello del 2019.

I dati

A livello nazionale, la produzione di rifiuti urbani supera i 30 milioni di tonnellate e basandosi sulla composizione merceologica dei rifiuti indifferenziati e sulla raccolta differenziata, i materiali plastici sono il 12,9 per cento del totale, quindi 3,9 milioni di tonnellate. La frazione di plastica della raccolta differenziata è pari poco più di 1,3 milioni di tonnellate, il 7,8 per cento del totale dei rifiuti differenziati (che sono il 58,1 per cento dei rifiuti totali). Questo vuol dire che la plastica è un rifiuto che viene differenziato meno rispetto ad altri, e che spesso rischia di finire nell'indifferenziato.

La quota effettivamente avviata al riciclo, poi, si riduce ancora di più, scendendo a 650mila tonnellate, perché non tutti i rifiuti plastici hanno i requisiti per essere avviati alle forme di riciclo. In sostanza, della plastica prodotta, solo il 17,1 per cento trova nuova vita in Italia, a causa delle falle lungo tutta la filiera. Una situazione che, per l'evidente interconnessione tra le varie fasi, si migliora solamente con uno sforzo congiunto che parta dalla ricerca di soluzioni e materiali alternativi alla plastica, e arrivi allo sviluppo di nuove tecnologie di separazione e riciclo, passando chiaramente da una maggior attenzione nel differenziare, alla quale possiamo (e dobbiamo) contribuire anche noi.