La Posidonia Oceanica è un ottimo alleato naturale nella lotta alla plastica negli oceani

Secondo una ricerca, questa pianta acquatica del Mediterraneo è in grado di catturare le plastiche presenti sott’acqua e di rispedirle a terra, durante le tempeste, attraverso dei gomitoli pelosi.
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Gianluca Cedolin 9 Febbraio 2021

Una ricerca condotta da degli scienziati spagnoli, guidati dalla facoltà di Scienze naturali dell'Università di Barcellona e pubblicata nei Scientific reports di Nature, ha dato ulteriore prova della capacità della natura di adattarsi per proteggersi dai danni causati dall'uomo. In particolare, lo studio si è concentrato su come la Posidonia Oceanica sia in grado di ripulire il mare dalla plastica, catturandola e filtrandola. Il lavoro da spazzino del mare è solo uno dei tanti servizi svolti in favore degli ecosistemi da questa pianta acquatica, endemica del Mar Mediterraneo, capace tra le altre cose di assorbire l'anidride carbonica (emettendo ossigeno) e di essere l'habitat di tantissime specie di pesci. Scopriamo insieme come funziona il filtraggio della plastica.

La cattura e la rimozione delle particelle di plastica presenti nell'ambiente marino avvengono attraverso le cosiddette palle di Nettuno di Posidonia, o Egagropile. Sono dei gomitoli pelosi di forma sferica o ovale che molto spesso troviamo nelle nostre spiagge, formati dalla disgregazione dei rizomi e delle foglie della Posidonia Oceanica. La forma tondeggiante è dovuta al movimento delle onde, grazie a cui i frammenti si aggregano. Gli scienziati spagnoli autori della ricerca hanno scoperto, analizzandole, che almeno la metà delle palline pelose contenesse dei frammenti di plastica, riuscendo per la prima volta a descrivere il ruolo della Posidonia come trappola per la plastica nelle zone vicino alla costa, un meccanismo del tutto naturale.

Nelle vaste praterie subacquee di Posidonia, dove migliaia di pesci trovano cibo e riparo, le plastiche vengono intrappolate e incorporate negli agglomerati di fibra naturale. Queste Egagropile sono espulse dall'ambiente marino durante le tempeste, quando il movimento delle onde le porta sulle spiagge, a terra. Se stabilire l'entità di questo processo è ancora difficile, le prime stime dei ricercatori le palle di Nettuno di Posidonia potrebbero raccogliere ogni anno quasi 900 milioni di oggetti di plastica nel Mediterraneo.