La presenza dell’uomo disturba gli animali: per questo, anche per il trekking, esiste un bon ton

Lo ha confermato anche uno studio: la presenza dell’uomo disturba la fauna selvatica, anche se si tratta di semplice trekking. Per questo motivo, ci sono delle regole che vanno rispettate.
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Gaia Cortese 4 Febbraio 2023

Possiamo inoltrarci in un bosco con tutte le attenzioni del caso, rispettando l’ambiente e avendo cura di non lasciare alcuna traccia del nostro passaggio. Daremo comunque fastidio, perché in natura la presenza dell’uomo si percepisce eccome, e addirittura arriva ad alterare il comportamento degli animali.

Lo studio

Quindi anche solo fare trekking è un’attività disturbante, sempre. A confermarlo è uno studio che ha analizzato il comportamento di alcuni animali selvatici che popolano il Glacier National Park, nel Montana, un parco immenso che arriva a tre milioni di visitatori l’anno, giusto per farci un’idea.

Nell’ambito dello studio, i ricercatori Daniel Thornton e Alissa Anderson della Washington State University e John Waller del Glacier National Park hanno osservato il comportamento della fauna selvatica del parco in due momenti distinti: durante l’orario aperto ai visitatori e in assenza totale di quest’ultimi, vale a dire quando durante il lockdown dovuto alla diffusione del Covid-19, l’accesso ai parchi era vietato. L’osservazione degli animali è stata possibile utilizzando delle semplici fototrappole piazzate in prossimità dei sentieri del parco.

Come riportato su Scientific Reports, le conclusioni dello studio lasciano spazio a poche interpretazioni: la presenza dell’uomo ha un impatto negativo sulle abitudini degli animali, perché li porta a farsi vedere meno e ad attivarsi maggiormente di notte.

Il bon ton del trekking

Tuttavia chi ama la natura e il trekking difficilmente riuscirà ad "astenersi" dal vivere una qualsiasi esperienza naturalistica, pertanto non stupisce che esistano già diverse regole confezionate appositamente per rispettare l’ambiente e dare il minor fastidio possibile alla fauna selvatica.

Da sempre il WWF sostiene e diffonde per esempio una sorta di bon ton in natura, per cui le principali regole sono cautela e buon senso, vale a dire che, oltre al rispetto per la natura, non dovrebbe mai mancare neppure il senso civico.

Per quanto riguarda i rifiuti non dovrebbero essere mai dispersi nell’ambiente buste di plastica, lattine, bottiglie e altri oggetti. Basta pensare che anche un semplice fazzoletto di carta, che può sembrare innocuo, necessita tre mesi per degradarsi, figuriamoci una lattina di alluminio.

Gli animali vanno sempre rispettati. Cercare di avvicinarli, magari utilizzando del cibo, non è affatto una buona idea. Meglio osservarli mantenendo sempre una distanza di sicurezza, possibilmente in silenzio ed evitando qualsiasi altra forma di disturbo sonoro, come grida o fischi.

Per chi ama fare trekking in compagnia del proprio fedele amico a quattro zampe, è sempre meglio ricordarsi che non solo il proprio cane potrebbe spaventare degli animali selvatici o addirittura esporsi a sua volta ad un pericolo, ma un cane sciolto potrebbe spaventare anche qualche escursionista.

I souvenir sono vietati. Raccogliere un fiore che ignoriamo essere una specie protetta è qualcosa che va ben oltre il bon ton in natura. Evitiamo quindi di raccogliere fiori o piante senza conoscerne la specie e senza aver appurato prima se sia sottoposto a tutela o meno (in ogni caso un fiore reciso, tende ad appassire velocemente, quindi meglio lasciarlo dove si trova).

Nel caso non si tratti di fiori, ma di rami, sassi o pigne secche, ricordiamoci che tutto quello che portiamo via, lo stiamo sottraendo alla natura.