La Regione Toscana dà il via libera agli agricoltori-cacciatori per sparare contro i cinghiali

Per contrastare la proliferazione degli ungulati che causano danni all’agricoltura, la giunta ha approvato un nuovo pacchetto di misure che prevede interventi più rapidi per il loro abbattimento. Può sparare anche chi è in possesso di regolare porto d’armi, sotto il coordinamento della Polizia Provinciale. Esulta Coldiretti.
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Federico Turrisi 14 Maggio 2021

La questione dei cinghiali troppo numerosi che causano danni ingenti al settore agricolo non è certo nuova. Su questo, di recente, la giunta regionale della Toscana ha deciso di accelerare e, su proposta della vicepresidente della Regione con delega all'Agricoltura Stefania Saccardi, ha approvato delle nuove misure per contenere la proliferazione di questi animali selvatici e proteggere gli agricoltori. Nel dettaglio, sono state introdotte modifiche alla delibera 310 del 2016 che prevedono tra l'altro:

  • l'intervento entro 24 ore (prima erano 72) della polizia provinciale per gli abbattimenti;
  • l'intervento diretto e immediato dei proprietari e conduttori dei fondi (ma solo se in possesso cioè di una licenza di porto d'armi in corso di validità) sotto il coordinamento della Polizia provinciale;
  • la cattura tramite trappole o recinti gestiti direttamente da agricoltori e Atc (Ambiti territoriali di caccia).

Nel 2020, a causa della pandemia, l’attività venatoria ordinaria nella regione ha subito una battuta d’arresto. Nel 2020 sono stati abbattuti, in Toscana, circa 14 mila cinghiali in meno rispetto al 2019 e oltre 20 mila in meno rispetto al 2018. L’attività di controllo nel 2020 ha riguardato meno del 13% dei capi abbattuti.

Le reazioni delle associazioni di agricoltori non si sono fatte aspettare. Il provvedimento è stato accolto con favore da Coldiretti Toscana. "La delibera approvata dalla giunta regionale è la chiave di volta attesa dal mondo agricolo toscano che aspetta da decenni un segno tangibile dalle istituzioni rispetto al controllo degli ungulati", commenta Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana. Ogni 100 ettari di territorio si registra la presenza di almeno 20 cinghiali, mentre il Piano faunistico regionale ne prevede da 0,5 ad un massimo di cinque capi".

"Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare anche i territori più isolati e a garantire la bellezza del paesaggio e il futuro del made in Italy agroalimentare", aggiunge il direttore di Coldiretti Toscana Angelo Corsetti. "La proliferazione senza freni dei cinghiali sta mettendo anche a rischio l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali".

Tuttavia, c'è anche chi mette in luce delle possibili criticità. "Pur apprezzando la riduzione dei tempi di intervento – si legge infatti in una nota di Cia Toscana, la sezione locale della Confederazione italiana agricoltori – è necessario che le attività di controllo e il coordinamento da parte della Polizia Provinciale siano veloci e tempestivi, ovvero effettivamente entro le 24 ore come da oggi previsto, per garantire e tutelare tutti quegli agricoltori toscani (sono oltre il 75% del totale) che non sono anche cacciatori dotati di porto d’armi e abilitati".