La sabbia è un materiale fondamentale nel mondo, ma entro pochi decenni potrebbe sparire

Una risorsa importantissima per le nostre città, per i territori, l’ampliamento degli spazi urbani e la costruzione di case, strade e altri materiali come il vetro. Troppo spesso non consideriamo la sabbia come risorsa da tutelare e sfruttare con parsimonia, eppure entro pochi decenni potrebbe sparire dal pianeta.
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Sara Del Dot 8 Maggio 2020

Quando si dice che il Pianeta non ha a disposizione le risorse sufficienti per stare dietro alla necessità dell’uomo di utilizzarle, ci si riferisce non soltanto alla filiera agroalimentare e alle fonti energetiche, ma anche a tutta una serie di materiali con cui vengono realizzate e costruite le cose che ci circondano e l’ambiente antropico in cui viviamo. C’è la terra, c’è l’acqua, ma c’è anche un materiale che troppo spesso sottovalutiamo, nonostante componga gran parte del suolo su cui camminiamo. La sabbia, infatti, rappresenta una delle risorse naturali che utilizziamo di più in assoluto, arrivando a un consumo di 40 o 50 miliardi di tonnellate l’anno, nove volte più del petrolio. Un ritmo che potrebbe esaurire questa risorsa entro pochi decenni.

Gli usi della sabbia come materia prima sono diversi. Viene usata per realizzare gli schermi dei nostri dispositivi elettronici e addirittura i cosmetici. Anche se l’utilizzo principale di questa risorsa resta la realizzazione e preparazione del calcestruzzo. Per la preparazione di un solo metro cubo di calcestruzzo, vengono usate diverse centinaia di chili di sabbia, per un totale di circa 8-10 miliardi di tonnellate di sabbia utilizzate ogni anno nel settore dell’edilizia. Un altro ambito in cui la sabbia ricopre un ruolo fondamentale è quello della fabbricazione del vetro, che comporta ogni anno l’impiego di circa 100 milioni di tonnellate dei granelli lisci e levigati.

La sabbia, poi, non si recupera semplicemente dal deserto o dalle spiagge. Se non è adatta all’uso deve essere lavorata con l’acqua, altrimenti viene reperita direttamente dai letti dei fiumi, dove viene naturalmente levigata e smussata dalla corrente. Il traffico di questo materiale in tutto il mondo ha dimensioni enormi. Come si legge in un articolo del quotidiano La Stampa, infatti, la sabbia è richiestissima nelle attività di ampliamento dei tessuti urbani, creazione di nuovi spazi su cui costruire case e palazzi e isole di terra tramite cui ingrandire le città, ma anche per cemento e calcestruzzo con cui realizzare le strutture. E tutto questo materiale dove si recupera? Nella gran parte dei casi, importata da paesi lontani.

Insomma, forse dovremmo iniziare a pensare alla sabbia non soltanto come quel pavimento morbido su cui stendiamo l’asciugamano per prendere il sole, ma come una risorsa fondamentale per la crescita della nostra società e che dovremo tutelare.