La scienza ha ritrovato lo squalo considerato estinto da 120 anni

Il Scylliogaleus quecketti era stato descritto per la prima volta nel 1902 ma poi se n’erano perse le tracce e scienziati ed esperti si erano ormai rassegnati alla sua estinzione. Un gruppo di ricercatori, invece, ne ha catturato un esemplare in buona salute al largo delle coste del Sudafrica e lo ha dotato di un dispositivo di monitoraggio per tracciarne i movimenti.
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Kevin Ben Alì Zinati 25 Agosto 2020

È durata oltre un secolo la sua latitanza, tanto che scienziati ed esperti si erano ormai rassegnati alla sua estinzione. E invece dopo 120 anni lo squalo Scylliogaleus quecketti, della famiglia Triakidae, è tornato sotto gli occhi della scienza. Si tratta di un esemplare di dimensioni anche contenute, tra gli 80 e i 100 centimetri di lunghezza, tipico delle acque del Sudafrica e se te lo stai domandando la risposta è no, non sarebbe pericoloso per l’uomo. Questa specie di squalo è stata individuata e descritta per la prima e ultima volta nel 1902, poi se n’erano perse le tracce. Almeno fino al documentario “Extinct or Alive: Land of the Lost Sharks” che verrà pubblicato nelle prossime settimane.

La scoperta

Per la propria ricerca, il team di scienziati sapeva dove andare a cercare. Come hanno raccontato a Newsweek, infatti, nelle zone della costa orientale del Sudafrica si concentrano oltre un terzo delle specie di squali del mondo ed era dunque probabile che vi fossero anche esemplari “scomparsi” come il Scylliogaleus quecketti. Dopo due notti passate con le lenze nell’Oceano, il team è riuscito nell’impresa insperata di catturare un singolo esemplare di questo squalo.

Tra le mani i ricercatori avevano dunque un animale che la scienza non vedeva praticamente da 120 anni e che, a breve, potrai vedere anche tu nel loro documentario. Tra l’entusiasmo e l’emozione, gli scienziati hanno effettuato tutte le misurazioni constatando che lo squalo “smarrito” è in buona salute, l’hanno dotato di un dispositivo di monitoraggio in modo tale da poterne seguire e tracciare gli spostamenti e poi l’hanno rilasciato nell’oceano. Niente estinzione, quindi. Per una volta la scienza può dare una buona notizia, anche se dopo un’attesa di 120 anni. Meglio tardi che mai, no?