La svolta etica delle grandi aziende Usa: non c’è solo il profitto, attenzione anche ad ambiente e lavoratori

Nel testo pubblicato dal Business Roundtable, l’associazione che tra i suoi membri comprende gli amministratori delegati delle più grandi e potenti multinazionali americane, si propone un modello di capitalismo più attento alle questioni ambientali e ai diritti dei lavoratori. Saranno soltanto parole?
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Federico Turrisi 19 Agosto 2019

Se fosse davvero così, la notizia ha tutto il sapore di una rivoluzione, di un cambiamento radicale. E poi stiamo parlando di veri e propri colossi finanziari, di aziende che hanno fatturati da miliardi di dollari. Il Business Roundtable, il gruppo che comprende gli amministratori delegati di alcune tra le più importanti e potenti aziende statunitensi (Amazon, JP Morgan, Blackrock, General Motors, solo per fare qualche nome) ha pubblicato un documento in cinque punti in cui vengono tracciate le linee guida per un "capitalismo più inclusivo", a cui dovrebbero mirare le grandi corporation americane.

Devi sapere che per anni il capitalismo americano si è basato sul cosiddetto principio della "shareholder primacy". Che cosa prevede? È molto semplice: per un'azienda garantire i dividendi agli azionisti, cioè ai proprietari di quote di un'azienda, viene prima di tutto, costi quel che costi. Pur di raggiungere l'obiettivo, i vertici delle corporation si sentivano quasi legittimati a ridurre il personale, a trovare una sede più vantaggiosa dal punto di vista fiscale e a disinteressarsi delle norme ambientali.

Nel testo sottoscritto dai membri del Business Roundtable si legge che occorre sì offrire profitti a lungo termine agli azionisti, ma con un occhio di riguardo anche all'impatto sull'ambiente e sulle comunità locali e garantendo il benessere dei lavoratori, che vanno sempre trattati con "dignità e rispetto".

Solo retorica? Probabile. Nel documento non si spiega quali misure le aziende hanno intenzione di adottare per esempio in merito a un aumento dei salari dei lavoratori e a una riduzione delle emissioni di carbonio. Secondo il quotidiano britannico Financial Times, si tratta di una mossa puramente politica per rispondere ai candidati più radicali del Partito Democratico americano, da Elizabeth Warren a Bernie Sanders, che in campagna elettorale hanno attaccato le multinazionali, accusandole di essere solo macchine che generano profitti e allo stesso tempo disparità sociali. I dubbi quindi restano. Speriamo soltanto che alle dichiarazioni d'intenti seguano i fatti concreti.