Gli eventi atmosferici estremi mettono di nuovo in ginocchio la Grecia, nello specifico la regione centrale. A sole tre settimane dalla devastazione causata dall'uragano Daniel, che ha ucciso 16 persone, la stessa area ora si trova di nuovo sommersa dall'acqua a causa delle piogge torrenziali.
Questa volta a far paura è la tempesta Elias, che ha già allagato e causato forti disagi nei centri di Volos, 140mila abitanti, e nell'isola di Evia, già colpita dagli incendi di luglio.
A causa dell'arrivo della nuova tempesta ad almeno otto villaggi è stata ordinata l'evacuazione, a causa dell'innalzamento delle acque. A Volos, il traffico stradale è stato vietato e i residenti sono stati invitati a rimanere in casa per motivi di sicurezza.
Miglia le richieste di soccorso ai Vigili del Fuoco, soprattuto da parte dei residenti di Volos, ma fortunatamente sembrano non esserci né feriti né dispersi.
Nella parte settentrionale dell'isola di Evia, invece, l'esercito e i soccorsi hanno rimosso i detriti dalle strade vicino alle città di Limni e Mantoudi, travolte dall'alluvione.
Dopo gli incendi estivi, le piogge torrenziali devastanti. In Grecia il cambiamento climatico sta rivelando tutta la sua potenza. Lo stendo primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, leader del partito conservatore Nuova Democrazia, lo ha ammesso: "Ribadirò l’ovvio: la frequenza degli eventi meteorologici estremi dovuti alla crisi climatica è qualcosa che ci impone una riflessione inevitabile" – ha detto durante la riunione del gabinetto di mercoledì 27 settembre, durante la quale ha ribadito che "L’adattamento alla crisi climatica sarà una priorità fondamentale in tutte le nostre politiche".
Il governo di Atene ha affermato che i danni causati dalla tempesta Daniel hanno superato i 2 miliardi di euro, intanto dall'Unione europea apricano diverse promesse di finanziamenti, mentre è in corso la rinegoziazione dei pacchetti di aiuti adesso previsti in occasione di incendi e inondazioni.