vestiti usati second hand

La valutazione ambientale dei vestiti ha spinto alcune aziende a ridurre la percentuale di PFAS: lo studio di Ethical Consumer

Una nuova ricerca ha scoperto come 27 brand producano vestiti realizzati all’80% con PFAS.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Francesco Castagna 18 Giugno 2024

Che i PFAS fossero presenti nella maggior parte dei prodotti che utilizziamo non è una novità. Ciò che abbiamo scoperto nel tempo, però, è che queste sostanze chimiche sono altamente nocive per la nostra salute. Come fare quindi per capire dove si trovino e, soprattutto, evitare che entrino in contatto con il nostro organismo? Innanzitutto devi sapere che queste sostanze sono presenti in diversi oggetti, ma negli ultimi mesi è uscito uno studio che ha messo al palo 27 aziende di abbigliamento. Ora starà a questi brand decidere se diminuire la percentuale di PFAS nella loro merce o meno.

La ricerca è di Ethical Consumer, che ha analizzato il bilancio di sostenibilità di 27 aziende di vestiti a livello internazionale e ha scoperto come l'80% dei vestiti contenga PFAS. Nello specifico, il gruppo di ricerca ha notato come "delle 27 aziende elencate nella guida, solo 5 (18%) hanno smesso di utilizzare i PFC. Quasi la metà delle 27 non aveva una data di eliminazione graduale dell'uso di PFC e, in ultimo, l'82% delle aziende utilizzava ancora i PFC. In ultimo, quattro aziende non hanno nemmeno riconosciuto il problema".

Le aziende e i PFAS

Per analizzare gli standard ambientali degli alimenti, l'organizzazione ha suddiviso i brand con questa metodologia: è stato assegnato un punteggio di 100 alle aziende che utilizzano (o meno) i PFC e che sono state criticate da terzi per la presenza di PFAS. Ecco come sono stati assegnati i punteggi:

Punteggio 100/100: tutti i prodotti sono ora privi di PFC

  • Paramo;
  • Finisterre;
  • FjallRaven;
  • prAna;
  • Zaini Lowe Alpine

Punteggio 90/100: la stragrande maggioranza dei prodotti PFC free ora con una data obiettivo per il resto

  • Alpkit (tutti privi di PFC ora, tranne le tende entro la fine del 2024);
  • Jack Wolfskin (tutti senza PFC ora, tranne le calzature, di cui solo il 75% è senza PFC);
  • Mammut (la maggior parte dei prodotti sarà priva di PFC entro l'autunno 2025, ma solo il 90% delle calzature);
  • Patagonia (92% senza PFC ora, il resto entro il 2025);
  • Rab (80% senza PFC ora, il resto entro l'inverno 2024)
    Vaude (tutti privi di PFC ora, tranne il 12% delle tende, il resto entro il 2025)

Punteggio 80/100: vende solo abbigliamento di seconda mano

  • Depop
  • Vinted

Punteggio 40/100: ancora in uso, ma data obiettivo per l'eliminazione graduale di tutti i PFC

Adidas Terrex
Columbia
Marche Decathlon (Simond, Forclaz e Quechua)
Montane
Mountain Hardwear
Salomon

Punteggio 30/100: riduzione dell'uso, ma nessuna data limite per l'eliminazione graduale

Dare2b
Regatta

Punteggio 20/100: ancora in uso ma data obiettivo per l'eliminazione graduale di tutti i PFC, ma critiche da parte di terzi

Merrell

Punteggio 10/100: nessuna data obiettivo e solo una discussione vaga sui PFC

Arc'Teryx
Ayacucho
Berghaus
Brasher
Calze Bridgedale
Craghoppers
Eurohike
Sentiero della Libertà
Hi Gear
Attrezzatura da montagna
North Ridge (marchio proprio Blacks)
Peter Storm
Rohan
Sprayway
The North Face

Punteggio 0/100: nessuna, o praticamente nessuna, discussione sui PFC

Gelert
Karrimor
Magazzino di montagna
Trespass

La valutazione ambientale

L'organizzazione segnala che, da quando ha cominciato a valutare la sostenibilità ambientale dei vestiti di queste aziende, alcune hanno deciso di elevare i propri standard.