La voce umana è più spaventosa del ruggito del leone per gli animali della savana

Un nuovo studio ha dimostrato che la voce umana spaventa gli animali della savana africana più del ruggito del leone. Gli animali sono due volte più propensi a scappare e abbandonano la pozza d’acqua da cui stanno bevendo il 40% più velocemente di fronte a voci umane che a leoni, cani o spari.
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Roberto Russo 24 Ottobre 2023

Un recente studio pubblicato su Current Biology ha dimostrato che la voce umana spaventa più del ruggito del leone gli animali della savana africana. I ricercatori hanno installato telecamere e altoparlanti vicino a 21 pozze di abbeveramento al Parco nazionale di Kruger in Sud Africa. I sistemi automatizzati di rilevamento registravano e riproducevano in ordine casuale clip di suoni sia leggeri che minacciosi.

Dopo aver analizzato più di quattromila video, concentrandosi su 19 specie, i ricercatori hanno scoperto che gli animali erano due volte più propensi a scappare e abbandonavano la pozza il 40 per cento più velocemente quando sentivano la voce umana rispetto al ruggito del leone.

Tra gli animali più spaventati dall'uomo ci sono le giraffe, i leopardi, le iene, le zebre, i facoceri, i kudu e gli impala.

Perché la voce umana spaventa gli animali?

Ci sono diverse possibili spiegazioni per questo fenomeno. Innanzitutto, l'uomo è il predatore più pericoloso per la fauna selvatica. Il bracconaggio, la caccia e la distruzione dell'habitat hanno fatto sì che gli animali associno la voce umana a un pericolo imminente.

In secondo luogo, la voce umana è un suono complesso che può essere difficile da interpretare per gli animali. I suoni naturali, come il ruggito del leone, sono generalmente più facili da capire e identificare. La voce umana, invece, può essere confusa con altri suoni minacciosi, come quelli di altri predatori.

È possibile che la voce umana spaventi gli animali anche perché è un suono associato alla tecnologia. Gli animali della savana non hanno familiarità con le tecnologie create dall'uomo e possono quindi percepirle come un pericolo.

Inoltre, è importante sottolineare che il livello di paura dell'uomo può variare a seconda della specie animale. Ad esempio, gli elefanti sono più propensi ad attaccare le fonti di rumore sconosciute, mentre altri animali, come le giraffe, sono più propensi a fuggire.

Implicazioni per la conservazione

I risultati di questo studio hanno importanti implicazioni per la conservazione della fauna selvatica. La paura dell'uomo può avere un impatto significativo sul comportamento degli animali, rendendoli più vulnerabili al bracconaggio e alla predazione.

I ricercatori stanno già esplorando possibili modi per utilizzare la paura dell'uomo per proteggere gli animali. Ad esempio, potrebbero essere utilizzate registrazioni di voci umane per tenere lontani i bracconieri dalle aree protette.