
Un recente studio pubblicato su Current Biology ha dimostrato che la voce umana spaventa più del ruggito del leone gli animali della savana africana. I ricercatori hanno installato telecamere e altoparlanti vicino a 21 pozze di abbeveramento al Parco nazionale di Kruger in Sud Africa. I sistemi automatizzati di rilevamento registravano e riproducevano in ordine casuale clip di suoni sia leggeri che minacciosi.
Dopo aver analizzato più di quattromila video, concentrandosi su 19 specie, i ricercatori hanno scoperto che gli animali erano due volte più propensi a scappare e abbandonavano la pozza il 40 per cento più velocemente quando sentivano la voce umana rispetto al ruggito del leone.
Tra gli animali più spaventati dall'uomo ci sono le giraffe, i leopardi, le iene, le zebre, i facoceri, i kudu e gli impala.
Ci sono diverse possibili spiegazioni per questo fenomeno. Innanzitutto, l'uomo è il predatore più pericoloso per la fauna selvatica. Il bracconaggio, la caccia e la distruzione dell'habitat hanno fatto sì che gli animali associno la voce umana a un pericolo imminente.
In secondo luogo, la voce umana è un suono complesso che può essere difficile da interpretare per gli animali. I suoni naturali, come il ruggito del leone, sono generalmente più facili da capire e identificare. La voce umana, invece, può essere confusa con altri suoni minacciosi, come quelli di altri predatori.
È possibile che la voce umana spaventi gli animali anche perché è un suono associato alla tecnologia. Gli animali della savana non hanno familiarità con le tecnologie create dall'uomo e possono quindi percepirle come un pericolo.
Inoltre, è importante sottolineare che il livello di paura dell'uomo può variare a seconda della specie animale. Ad esempio, gli elefanti sono più propensi ad attaccare le fonti di rumore sconosciute, mentre altri animali, come le giraffe, sono più propensi a fuggire.
I risultati di questo studio hanno importanti implicazioni per la conservazione della fauna selvatica. La paura dell'uomo può avere un impatto significativo sul comportamento degli animali, rendendoli più vulnerabili al bracconaggio e alla predazione.
I ricercatori stanno già esplorando possibili modi per utilizzare la paura dell'uomo per proteggere gli animali. Ad esempio, potrebbero essere utilizzate registrazioni di voci umane per tenere lontani i bracconieri dalle aree protette.