L’acqua potabile è preziosissima, ma in Italia ne sprechiamo ancora troppa

La dispersione idrica si aggira attorno al 40%, e siamo anche i primi in Europa per acqua erogata.
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Gianluca Cedolin 31 Luglio 2020

Il sesto dei diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030 delle Nazioni Unite mira a «garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e delle strutture igienico-sanitarie». Qui in Italia abbiamo quasi totalmente a disposizione l'acqua potabile, ma non siamo molto virtuosi in termini di utilizzo esagerato e di sprechi. Dobbiamo lavorare ancora molto soprattutto sul quarto punto del sesto obiettivo, secondo cui dovremmo «entro il 2030, aumentare sostanzialmente l'efficienza idrica da utilizzare in tutti i settori e garantire i ritiri e fornitura di acqua dolce per affrontare la scarsità d'acqua e ridurre in modo sostanziale il numero delle persone che soffrono di scarsità d'acqua».

Quanta ne eroghiamo

Secondo il Rapporto Istat SDGs 2019, il report sullo stato del raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, l'Italia detiene il primato europeo del prelievo d'acqua per uso pro-capite in termini assoluti, con valori molto elevati anche in termini pro-capite. Nel 2019 abbiamo erogato 9,2 miliardi di metri cubi d'acqua per uso potabile, che corrisponde a 419 litri giornalieri per persona. Si tratta del dato più alto nei paesi dell'Unione europea, anche se per la prima volta dal 1999 in calo rispetto alla precedente rilevazione.

Quanta ne sprechiamo

L'efficienza delle reti è migliorata leggermente, visto che la quota di acqua immessa che arriva agli utenti finali è del 62,7%. Nel 2015, si legge in questo dettagliato report sull'acqua elaborato sempre dall'Istat, sui 9,5 miliardi di metri cubi d'acqua potabile prelevati, solo 8,3 sono stati immessi nelle reti comunali di distribuzione, e solo 4,9 erogati agli utenti finali (220 litri pro-capite al giorno). Questo vuol dire che il 47,9% dell'acqua prelevata alla fonte non raggiunge gli utenti finali a causa delle dispersioni idriche dalle reti di adduzione e distribuzione.

Le ragioni della sua dispersione

Sono tante, e anche in questo caso ci viene in aiuto il rapporto dell'Istat per riepilogarle: ci sono le perdite fisiologiche, causate dall'estensione della rete e all'alto numero di allacci, ma molte perdite sono dovute allo «stato di persistente inadeguatezza e inefficienza in cui versa l'infrastruttura idrica» e agli «scarsi investimenti in termini di manutenzione e sviluppo». Ci sono tubazioni deteriorate, corrose, giunture difettose. Altri motivi della dispersione di acqua potabile, seppur in quantità minore, sono dovuti a errori di misura dei contatori (soprattutto nelle aree di montagna, dove la strumentazione può risentire del freddo) o a consumi non autorizzati e prelievi abusivi (soprattutto nel Centro-Sud), che incrementano il valore delle perdite apparenti.