L’acqua radioattiva di Fukushima verrà scaricata in mare: per il governo giapponese non c’è altra scelta

A dare la notizia è stato il premier giapponese Yoshihide Suga in conferenza stampa. Nei prossimi anni verranno rilasciate nell’Oceano Pacifico oltre un milione di tonnellate di acqua contaminata usata per raffreddare i reattori danneggiati della centrale nucleare di Fukushima. Protestano i pescatori e le associazioni ambientaliste.
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Federico Turrisi 13 Aprile 2021

La decisione era nell'aria da tempo. Le autorità giapponesi sapevano infatti che prima o poi i serbatoi di stoccaggio che contengono l'acqua marina impiegata per raffreddare i reattori danneggiati della centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi in seguito al devastante tsunami dell'11 marzo 2011 si sarebbero esauriti. Le stime degli esperti della Tepco (Tokyo Electric Power Company), la società che gestisce l'impianto, parlano dell'estate 2022. Così questa mattina è arrivato l'annuncio ufficiale da parte del Primo Ministro giapponese Yoshihide Suga: l'acqua contaminata di Fukushima verrà dispersa nell'Oceano Pacifico.

Il governo giapponese, forte anche del sostegno dell'Aiea (l'Agenzia internazionale per l'energia atomica), ha ritenuto questa mossa il male minore. Sostanzialmente, prima di essere scaricata nell'oceano, l'acqua contaminata verrà diluita in maniera tale da permettere la rimozione di alcuni elementi radioattivi, in linea con le linee guida internazionali. Non sarà possibile togliere il trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno, i cui effetti sull'ambiente e sulla salute umana sono considerati relativamente bassi. Ci sono però altri tipi di radionuclidi, molto più pericolosi e persistenti, che potrebbero accumularsi nei fondali e forse anche risalire la catena alimentare marina, fino a raggiungere i nostri piatti. Ci vorranno comunque circa due anni prima che l’acqua possa iniziare a essere rilasciata in sicurezza e tutto il processo potrebbe durare almeno un decennio.

L'opinione pubblica ha seguito questa vicenda con grande inquietudine. Alcuni gruppi di cittadini della regione di Fukushima si sono sempre opposti all'idea che oltre un milione di tonnellate di acqua contaminata venissero scaricate in mare e avevano continuato a esortare il governo a studiare metodi alternativi per smaltire l'acqua trattata nella centrale nucleare danneggiata. I pescatori giapponesi temono che il rilascio di acqua radioattiva nell'oceano darà un'immagine negativa al loro pescato e avrà un forte impatto sui loro mezzi di sussistenza. Contrarie alla decisione del governo nipponico anche le associazioni ambientaliste: "La decisione di rilasciare l'acqua contaminata nell'oceano lascerà enormi problemi per il futuro", ha dichiarato Kazue Suzuki, responsabile della campagna Clima ed Energia di Greenpeace Giappone.