
Dopo il rigetto da parte del TAR di questa mattina al ricorso intentato da La Sfattoria degli Ultimi per salvare circa 140 suini e cinghiali, da questo pomeriggio sempre più persone si stanno raccogliendo intorno alla struttura, allo scopo di provare a fare il possibile affinché questi animali non vengano abbattuti senza motivo.
Come abbiamo spiegato in questo articolo, l'istanza è stata respinta non ravvisando, allo stato degli atti, un “caso di eccezionale gravità e urgenza, tale da non consentire neppure la previa notificazione del ricorso e la domanda di misure cautelari provvisorie con decreto presidenziale”.
Non ci sarebbero, insomma, i presupposti per l'urgenza. Non sono di questa opinione, nella maniera più assoluta, né i responsabili della struttura né le persone che dopo aver seguito la vicenda attraverso i social e la stampa, si stanno radunando intorno alla Sfattoria per far sentire la propria voce e presenza.
Sempre nel corso della giornata, Emanuele Zacchini, volontario presso la Sfattoria degli Ultimi, ha lanciato un appello: "Questa mattina è stato rigettato il nostro ricorso con la motivazione che non sussiste il pericolo di danno irreparabile. Abbiamo chiesto alla gente di venire qui e di difendere questi animali come facciamo noi. La gente è stremata, dilaniata e molto arrabbiata per questo braccio di ferro insensato. Stiamo chiedendo anche ii politici di schierarsi e di metterci la faccia perché qui è la gente stessa che lo sta chiedendo. Non non si può assistere all’uccisione di animali che sono la nostra famiglia".