L’attivismo cambia il mondo: il 60% degli europei è più attento alla transizione ecologica

L’attivismo green sta cambiando progressivamente le abitudini degli europei, ad affermarlo sono diversi studi e sondaggi che mostrano come le campagne di alcuni gruppi di ambientalisti abbiano inciso sulle azioni quotidiane delle persone.
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Francesco Castagna 12 Ottobre 2022

Sono ragazze e ragazzi a cui è stato detto di non aver voglia di studiare o di lavorare. Sono persone che hanno ricevuto insulti di ogni tipo. "Gretini", "nullafacenti", "chiacchieroni", fino ai più pesanti "terroristi climatici", "ignoranti" ed "econazisti". Eppure, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Elsevier, è proprio grazie ai cortei e alle manifestazioni che ad oggi più del 60% della popolazione europea ha finalmente compreso la necessità e l'urgenza di occuparsi dei fenomeni legati ai cambiamenti climatici.

In sostanza, il mondo ecologista è servito eccome, a differenza di chi pensava che fossero soltanto inutili chiacchiere. La sensibilizzazione e l'impegno degli attivisti sono stati uno spunto per molti per cominciare ad adottare stili di vita più sostenibili: dal prendere la bici al non comprare più compulsivamente, fino al dotarsi di una borraccia, non sprecare cibo o non consumare energia in eccesso in casa.

Se si guarda al nostro Paese, la quota delle persone che hanno cambiato il loro approccio arriva fino al 70%. I Fridays for Future sono stati un elemento importante in questo processo. Questo non è l'unica analisi che conferma un trend del genere, infatti secondo il sondaggio “The Green Response Survey 2021” condotto da Essity, la pandemia ci ha reso più sostenibili.

Con l'emergenza da Covid19, segnala Essity, "il 58% degli intervistati ritiene che le azioni individuali intraprese possano avere un impatto positivo sull'ambiente e, in ultima analisi, rallentare il riscaldamento globale. La pandemia ha determinato il passaggio a uno stile di vita più sostenibile per quasi tutte le altre persone intervistate, e più di 9 su 10 continueranno a vivere in questo modo anche dopo la pandemia".

È una tendenza sempre più in crescita, tanto che gli intervistati da Essity affermano di essere disposti a spendere di più per beni e servizi sostenibili e di voler dedicare ogni settimana più tempo a fare qualcosa di utile per l'ambiente.

L?identikit delle persone che si interessano di ambiente è però ancora troppo elitario, il 70% infatti è un “individuo di alto reddito, alta istruzione, lavoro dipendente o autonomo e orientamento politici di sinistra”. Segno che oltre che lavorare per una corretta transizione ecologica, bisogna cominciare anche ad agire per una just transition, che rispetti anche le fasce economiche più deboli.