Le aree protette in Italia? Sono fondamentali per l’ambiente e l’economia (e non sono mai abbastanza)

A trent’anni dalla loro istituzione, con la legge 394 del 1991, Legambiente ha tracciato un bilancio di questo importante strumento di tutela degli spazi naturali.
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Gianluca Cedolin 11 Dicembre 2021

In questi giorni ricorre il trentesimo anniversario della legge 394/91, che dettava i «principi fondamentali per l'istituzione e la gestione delle aree naturali protette, al fine di garantire e di promuovere, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del paese». Dal dicembre 1991, l'Italia è passata dal 3 all'11% di territorio sottoposto a tutela, ha scritto Legambiente in un bilancio sul trentennale dalla promulgazione della legge. Un bilancio positivo, secondo l'associazione ambientalista, perché «la 394 è una buona legge. Ha permesso all’Italia di realizzare un sistema diffuso su tutto il territorio nazionale per proteggere la biodiversità e promuovere lo sviluppo sostenibile locale».

I numeri

Quell'11% è una percentuale importante, se si considera che in Europa la media delle aree protette è del 5%. L'Italia conserva un terzo della fauna e la metà delle specie di fiori del continente europeo, in territori che, tra l'altro, contengono oltre 800mila imprese attive nei settori dell'agricoltura, della pesca, della zootecnia, delle foreste e del turismo. In tutto, tra parchi naturali, riserve e aree marine sono 871 in Italia le aree protette, con oltre 5 milioni di ettari di territorio tutelati.

Per altro, queste aree sono molto importanti a livello economico, e Legambiente ha voluto smentire nuovamente la fake news secondo cui i parchi nazionali e gli altri territori protetti impediscano lo sviluppo economico. Anzi, come detto le imprese attive sono tantissime e svolgono un ruolo cruciale nella green economy. Nei soli Parchi nazionali, che sono 24, ci sono 328mila imprese, che impiegano 3 milioni di lavoratori e generano un valore aggiunto di oltre 100 miliardi di euro, pari al 10,6% dell'economia italiana.

Il futuro

Tutto questo, però, non è sufficiente, perché ora, dicono da Legambiente, è «fondamentale aggiornare la normativa e creare nuove aree protette per raggiungere l’obiettivo di tutelare il 30% del territorio e del mare entro il 2030». L'associazione ha organizzato dei flash mob per chiedere subito l'istituzione di altre 52 aree naturali protette e parallelamente ha lanciato la campagna Unfakenews, per smontare alcuni luoghi comuni e bufale diffuse sulle aree protette.

«Trent’anni fa noi di Legambiente avevamo visto giusto nel chiedere con forza la creazione di un sistema di aree protette nel Paese – ha detto il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafanie di scommettere sui parchi per tutelare e creare sviluppo, per alimentare quella rete di piccola imprenditoria fatta di produttori agricoli e artigianali di qualità, guide ed educatori ambientali, operatori del turismo slow e quanti altri hanno presidiato anche in questi anni complicati, territori tanto straordinari quanto difficili e marginali. Ora è importante continuare a percorrere questa strada che si è intrapresa, ricordando che la transizione ecologica passa anche da qui. Per questo sarà fondamentale coinvolgere i territori, a partire dalle aree interne, e le comunità locali».