Le batterie (anche per auto elettriche) stampate in 3D saranno più sostenibili?

Batterie al litio stampate in 3D, personalizzabili e ricaricabili nella loro interezza, potrebbero davvero rappresentare una svolta nel mercato dei veicoli elettrici? C’è un primo caso in California.
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Sara Polotti 22 Marzo 2023

Stampare in 3D le batterie al litio? Sì, grazie. Anzi, quelle al litio-metallo. L'idea di una start up californiana si starebbe rivelando efficace, tanto che un'azienda di produzione automobilistica ha deciso di finanziare una prima gigafactory. Gli impieghi delle batterie stampate in 3D vanno infatti dalle auto elettriche agli smartwatch.

Ma come funzionano? E perché sarebbero più sostenibili?

La forma delle batterie

Il punto di partenza da cui questa start-up è partita è la forma delle tradizionali batterie allo stato solido. Tradizionalmente, le batterie vengono prodotte in serie e adattate poi al prodotto, e anche quando vengono progettate ad hoc la loro forma non viene stravolta. Di solito, in altre parole, le batterie sono piccoli parallelepipedi, e niente di più.

Questi piccoli parallelepipedi, tuttavia, sono per l'azienda uno spreco di spazio, e di conseguenza di energia. Cosa accadrebbe se le batterie potessero venire disegnate in altre forme davvero adattabili alla forma del prodotto?

L'idea

La start up Sakuu, con sede nella Silicon Valley, ha quindi pensato a una soluzione. E la soluzione si è presentata nei panni di una stampante 3D. La stampa tridimensionale consente infatti oggi una potenziale rivoluzione di numerosi settori, e Sakuu ha pensato quindi alla possibilità di impiegare le stampanti tridimensionali anche per la produzione di batterie allo stato solido.

Le batterie che Sakuu produce (tra le prime aziende al mondo a farlo) sono al litio-metallo, che vengono appunto stampate in 3D, con la promessa di maggiore efficienza e quindi di maggiore sostenibilità. Il metodo che utilizza è il Kavian, che sfrutta una piattaforma per la produzione automatizzata di celle per batterie Swift Print (questo il nome che hanno dato alle batterie), consentendo una capacità di produzione molto alta e personalizzabile.

Per ora a produrle è un impianto pilota californiano, ma l'azienda ha già annunciato nuove gigafactory per raggiungere una capacità produttiva di 200 GWh annua entro il 2030. La prima sarà finanziata da Porsche Consulting.

Quali benefici?

L'azienda produttrice ha elencato una serie di benefici di queste batterie. Secondo loro, la stampa 3D permetterebbe:

  • Una maggiore capacità energetica
  • Minor tempo di costruzione e maggiore efficienza produttiva
  • Una vita più lunga
  • Maggiore sicurezza (essendo non infiammabili)
  • Ricariche più veloci (raggiungendo l'80% nel giro di 15 minuti circa)
  • Riciclabilità di tutti i materiali impiegati nella produzione
  • Costi ridotti (grazie al taglio sui materiali e all'efficienza di produzione)
  • Possibilità di personalizzazione

Gli impieghi

Ma quali sono concretamente gli impieghi quotidiani di queste batterie? Quali sono i potenziali clienti dell'azienda?

Prima di tutto il settore automobilistico: poiché queste batterie al litio-metallo stampate in 3D possono essere progettate senza grandi vincoli di forma, le case produttrici di auto elettriche possono potenzialmente commissionare batterie efficientissime disegnate appositamente per il modello in produzione.

Anche il mercato energetico domestico potrà però beneficiarne, ottenendo batterie specifiche e disegnate appositamente per gli impianti di accumulo. E in generale queste batterie potranno essere impiegate per tutti gli oggetti e accessori che oggi utilizzano batterie più tradizionali, dagli smartphone agli smartwatch, fino ai computer.