
Lui si chiama Ismael Essome Ebone e non è un ragazzino, come potrebbe apparire leggendo alcuni articoli. È un ingegnere del Camerun, laureato all'Università di Douala, uno dei più grandi agglomerati urbani del Paese africano. Un giorno, mentre tornava a casa da lezione, ha cominciato a piovere ed è accaduto un episodio piuttosto allarmante: nel giro di una decina di minuti, la strada si è riempita di bottiglie di plastica e altri rifiuti che chiaramente erano stati abbandonati da qualche parte. Probabilmente, gettati dentro un corso d'acqua o lasciati appena fuori casa, come sono soliti fare gli abitanti di uno Stato dove non c'è alcuna raccolta differenziata organizzata dall'amministrazione.
Nessun sistema di riciclo e una città sommersa dalla plastica. Sembrava non importare a nessuno, tranne forse proprio a Ismael che ha iniziato a guardare a quegli scarti come a una possibile risorsa. Iniziò così a lavorare con quelle bottiglie e utilizzarle per costruire una barca da pesca. Dopo qualche tentativo e alcuni errori, un'imbarcazione era finalmente ultimata e, sorpresa, galleggiava sul serio!
Grazie ai suoi studi è stato poi in grado di perfezionare sempre più più la tecnica e il progetto. Inoltre, ha fondato l'associazione no profit Madiba & Nature, dove i volontari vanno a raccogliere il materiale direttamente dai corsi d'acqua inquinati e collaborano alla costruzione di quelle che sono state ribattezzate EcoBoat (EcoBarche). A chi servono? Prima di tutto, ai pescatori. Un mezzo comodo, leggero e facile da trasportare, e davvero economico. Una specie di manna dal cielo per i villaggi più poveri del Paese. Ma oggi vengono impiegati anche per i turisti, ai quali può essere offerta un'escursione del tutto ecologica.