
Settantotto spiagge monitorate, 43.388 rifiuti raccolti, una media di 620 rifiuti ogni 1000 metri di spiaggia. Sono alcuni numeri, molto preoccupanti, riportati dall'indagine Beach Litter 2018 svolta quest'anno da Legambiente.
È dal 2014 che Legambiente con i suoi volontari, nell’ambito della campagna Spiagge e fondali puliti – Clean Up the Med, si occupa del monitoraggio dei rifiuti sulle spiagge del Mediterraneo. Anno dopo anno questa indagine è diventata una vera e propria ricerca scientifica, condotta dai cittadini, a livello nazionale e internazionale.
Il protocollo utilizzato è stato sviluppato nell’ambito dell’iniziativa Marine Litter Watch dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, alla quale Legambiente e altre associazioni europee comunicano i dati raccolti, con l’obiettivo di creare uno dei più grandi database sui rifiuti su spiaggia a livello europeo.
Legambiente, cittadini e volontari hanno setacciato diverse spiagge italiane, contando i rifiuti rinvenuti e valutandone natura e origine. Sulle spiagge la plastica si trova sotto ogni forma (80% degli oggetti rinvenuti): tappi e anelli, bottiglie e contenitori per bevande, bicchieri, cannucce, posate e piatti. Addirittura anche cotton fioc (il terzo rifiuto più trovato sulle spiagge italiane con una percentuale del 7,8%). E poi materiale da costruzione (tegole, mattonelle, calcinacci) e metallo costituito per lo più da lattine di bevande, tappi e linguette. Quasi metà della carta e del cartone ritrovata tra i rifiuti è costituita invece da bicchieri, piatti e tovaglioli di carta e pacchetti di sigarette.
La causa principale della presenza di rifiuti sulle spiagge italiane è una cattiva gestione dei rifiuti urbani. Non solo per una carenza di adeguati sistemi depurativi, ma anche per la pessima abitudine che molti hanno di usare il wc e gli scarichi domestici come una pattumiera. Così tra i rifiuti che "naufragano" sulle spiagge italiane compaiono anche: cotton fioc, blister di medicinali, aghi da insulina, assorbenti e contenitori delle lenti a contatto.
La soluzione per una tale emergenza ambientale richiede il coinvolgimento di più settori: la gestione dei rifiuti urbani, una maggior sensibilizzazione e informazione sui corretti comportamenti individuali, l'incremento del riciclo degli imballaggi e misure che portino a una minor dispersione nell'ambiente dei rifiuti plastici.
Grazie a un bando iniziato nel 2013, l'Italia è già all'avanguardia per le buste di plastica: sono stati eliminati dalla circolazione già quattro sacchetti non biodegradabili e compostabili su cinque. Quest'anno poi un'azione è stata fatta anche per i sacchetti utilizzati per l'acquisto di ortofrutta nei supermercati, applicando un prezzo di pochi centesimi su ogni sacchetto.
Anche i cotton fioc sembrano avere i giorni contati: nella legge di bilancio emanata lo scorso dicembre 2017 è stato inserito un emendamento che riguarda proprio i bastoncini delle orecchie, che a partire dal 2019, dovranno essere biodegradabili e compostabili.
Cosa puoi fare nel tuo piccolo per limitare questa emergenza ambientale? Innanzitutto bisogna abituarsi, se solitamente lo si fa, a non gettare mai niente nel wc perchè inevitabilmente finirebbe nel mare. Utilizza le borse della spesa riutilizzabili per non disperdere nell'ambiente sacchetti di plastica non biodegradabili e compostabili e impegnati sempre nel fare una corretta raccolta differenziata. Non lasciare mai rifiuti in spiaggia, in particolare quelli che possono essere trasportati via facilmente dal vento e finire in mare.