Le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 sono all’orizzonte. E con loro anche i rischi di un pesante impatto ambientale

Secondo otto associazioni attive nella protezione ambientale, tra cui Lagambiente e il Cai, manca la valutazione ambientale strategica per la costruzione delle opere destinate ai Giochi Invernali e, a causa dei ritardi, potrebbero essere aggirate le regole di tutela.
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Gianluca Cedolin 22 Aprile 2022

Mancano ormai meno di quattro anni ai Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina 2026, occasione per l'Italia di tornare il centro sportivo del mondo, a vent'anni di distanza dall'ultima volta (Torino 2006).

Per l'ambiente, tuttavia, l'evento rischia di essere un pessimo affare, come denunciato da otto associazioni attive nella protezione ambientale (Club alpino italiano, Pro natura, Italia nostra, Legambiente, Lipu, Mountain wilderness Italia, Touring club italiano e Wwf). Insieme, hanno espresso "forte preoccupazione per il grave impatto ambientale che rischia di essere provocato dalle opere previste per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026″.

Il timore delle organizzazioni è aggravato "sia dall’assenza di informazioni sulle modalità di progettazione e di realizzazione che dovrebbero essere rilasciate con urgenza dai ministeri competenti, sia dalle procedure in corso che tendono nei fatti a eliminare la Valutazione ambientale strategica per recuperare il dichiarato grave ritardo sulla tabella di marcia delle opere".

Le associazioni non sono contro le Olimpiadi e le Paralimpiadi, anzi le ritengono "una straordinaria occasione di fratellanza e di pace tra i popoli e nello stesso tempo di crescita della consapevolezza dei valori ambientali, in particolare di quelli legati alla montagna".

Il problema è che i ministeri della Transizione ecologica e delle Infrastrutture non hanno ancora dato nessuna risposta alla lettera inviata ormai un anno fa dalle associazioni, in cui chiedevano che l'Italia si dimostrasse all'avanguardia nell'applicare gli standard e le procedure ambientali.

Nessuna delle associazioni di protezione ambientale è stata coinvolta e le loro richieste di coerenza e trasparenza sulla costruzione delle nuove opere per il momento sono state ignorate.

Non si sa nulla, si legge nel duro comunicato, in particolare riguardo l'attivazione delle procedure di Valutazione ambientale strategica delle opere essenziali, connesse e di contesto in preparazione per il grande evento olimpico. «La percezione è che, ad oggi – scrivono –, si punti al commissariamento straordinario degli interventi per recuperare l’evidente ritardo sulla tabella di marcia dei lavori, tutto ciò a scapito degli impatti ambientali che le opere in corso e in progetto avranno sui territori».

Per questo motivo, le otto associazioni chiedono la redazione di un piano unitario, da sottoporre alla Vas, e che questa non sia limitata alla realizzazione delle opere, ma estesa all'incidenza del consumo di suolo e di tutti gli altri fattori ambientali.

Le Olimpiadi, soprattutto in un contesto come quello delle Dolomiti (patrimonio dell'Unesco), sono una grande occasione di sport, di fratellanza e anche di sviluppo rispettoso dell'ambiente, ma l'Italia rischia di perderla.