Le piante che importiamo cancellano quelle autoctone: uno studio mostra l’omogenizzazione floristica

I ricercatori dell’Università di Costanza hanno analizzato le piante provenienti da 658 siti diversi in giro per il mondo e hanno dovuto constatare che le differenze tra specie botaniche non erano quante ci si potrebbe aspettare. Un’alterazione dei territori provocata soprattutto dall’uomo.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Giulia Dallagiovanna 12 Novembre 2022

Più o meno trentina di anni fa, ogni città o Paese aveva i suoi negozi, i ristoranti con la cucina tipica e un ritmo della vita consolidato su abitudini che erano strettamente intrecciate a quel luogo. Poi, la globalizzazione ha dato vita alle grandi catene. Così oggi puoi comprare lo stesso vestito a Milano come a Berlino e mangiare al medesimo fast food a Londra come a Madrid. Comodo, sì, ma anche un po' triste. Per non parlare di tutte le conseguenze che la globalizzazione sta tuttora avendo. Qualcosa di molto simile è accaduto purtroppo anche con piante e fiori. Come ha scoperto uno studio dell'Università di Costanza, la flora in giro per il mondo non è poi così diversa.

Le stesse specie botaniche sono sempre più ricorrenti e si possono rintracciare anche in luoghi del Pianeta molto distanti tra loro. Buona parte della colpa è dell'uomo, che le ha trasportate ovunque andasse e ha fatto in modo che diventassero parte integrante del nuovo paesaggio, con il tipico atteggiamento colonialista che ci contraddistingue.

I ricercatori dell'ateneo tedesco hanno costruito questa fotografia dopo aver analizzato le piante di 658 siti diversi, prendendo però in considerazione solo quelle con i fiori. In questo modo, hanno provato a coprire l'intero globo con indagini a campione, sebbene alcuni luoghi hanno finito per essere meno rappresentati di altri. A questo punto le hanno confrontate per trovare similitudini e differenze. E a quanto, pare di queste ultime ne hanno rinvenute poche. Il tracciato floreale che hanno ricostruito infatti ha mostrato poca unicità tra un sito e un altro.

Gli autori dello studio hanno parlato di "omogenizzazione floristica", dove le specie aliene che sono state importate, sono diventate via via naturalizzate dando vita a macchie di vegetazione molto simili a quelle del Paese di provienienza. Anche se magari era lontano migliaia di chilometri. Il clima simile tra zone ha sicuramente favorito questo scambio, ma è stato soprattutto l'intervento dell'uomo a condurre a questo appiattimento delle diversità botaniche.

Ma non è semplicemente una questione estetica. Portare alla scoparsa di specie di piante a favore di altre che semplicemente incontrano meglio il nostro gusto singifica minare nel profondo interi ecosistemi che si sono sviluppati proprio grazie a quel tipo di flora. Ora che ne siamo consapevoli, è necessario fermare questo sistema e avere più rispetto per le specificità di ciascun territorio.