Le piante “piangono” ma noi non possiamo sentirle

Un team di ricerca dell’Università di Tel Aviv ha scoperto che le piante, se sottoposte a stress idrico o al taglio, emetterebbero dei suoni a specifiche frequenze.
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Andrea Di Piazza Geologo specializzato in Green Management
5 Aprile 2023 * ultima modifica il 06/04/2023

Secondo uno studio in via di pubblicazione sulla rivista scientifica "Cell", le piante sottoposte a stress “piangerebbero” esattamente come altri esseri viventi. La scoperta è stata fatta da alcuni ricercatori dell’Università di Tel Aviv che hanno monitorato con dei microfoni l’attività di una pianta di tabacco ed una di pomodoro. Le piante dunque non "soffrirebbero" in silenzio e i loro suoni, seppur non udibili dall’orecchio umano, potrebbero essere captati da alcuni animali.

Come “piangono” le piante?

Su una cosa non ci sono dubbi: le piante non hanno né polmoni e né corde vocali. Eppure, secondo i ricercatori, in condizioni di stress come nel caso di un taglio o in mancanza d’acqua, le piante produrrebbero dei suoni simili a “click” ad una frequenza compresa tra 20 e 100 kilohertz. Gli autori dello studio, che a detta degli stessi va ulteriormente approfondito, spiegano che il suono potrebbe provenire dallo xilema delle piante, ovvero dai canali che trasportano linfa, acqua e sostanze nutritive dalle radici agli steli e alle foglie. La carenza idrica o la rottura della pianta potrebbe provocare la formazione di bolle d’aria che, scoppiando, produrrebbero il rumore osservato. Il team ha monitorato il comportamento di alcune piante in una serra e con l’aiuto di un computer hanno filtrato rumori ambientali come il vento e il sistema di condizionamento dell’aria verificando che “il lamento” delle piante fosse ancora registrabile. Il team, sfruttando il machine learning, ha sviluppato un sistema in grado di capire automaticamente se la pianta è sotto stress idrico o da taglio sulla base del rumore prodotto con un grado di precisione di circa il 70%.

Il suono delle piante è stato processato per poter essere ascoltato dall'orecchio umano (fonte Khait et al.)

La sensibilità degli animali

Le frequenze a cui avverrebbe il lamento delle piante non sono udibili da un orecchio umano, potrebbero invece essere avvertite da alcune specie animali come pipistrelli, topi e falene che, dunque, vivrebbero in un mondo popolato dai suoni delle piante. Il rapporto tra piante ed animali, dal punto di vista sensoriale, è stato già confermato da studi precedenti sempre dello stesso team, ricerche che necessitano comunque un maggior grado di approfondimento. Secondo un articolo pubblicato su Ecology Letters nel 2019, i fiori di Oenothera drummondii esposti al suono o ad una riproduzione sonora di un’ape in volo, producono nettare più dolce entro tre minuti, aumentando in maniera esponenziale le possibilità di impollinazione. In quegli istanti i fiori vibrano fisicamente in risposta al suono, suggerendo una funzione simile a quella di un organo sensoriale uditivo. Gli autori dello studio hanno dimostrato come questo comportamento sia esclusivo delle frequenze specifiche del volo degli insetti impollinatori, non si osservava infatti la stessa dinamica se la pianta veniva esposta a suoni di frequenza maggiore.

vaccino per le api

Quali implicazioni?

I risultati di queste ricerche dimostrano che le piante sono in grado di interagire con gli altri ecosistemi in maniera molto più complessa di quanto finora ipotizzato. Inoltre, come dimostrato anche da studi precedenti, l’interazione col mondo animale ed in particolare con gli insetti impollinatori ha delle implicazioni ecologiche estremamente rilevanti. È lecito inoltre pensare che le piante possono essere influenzate anche da altri suoni, compresi quelli di natura antropica. Secondo gli studiosi anche il grano, il mais e la vite produrrebbero rumori simili se assetate, la realizzazione dunque di un sistema di monitoraggio continuo ed automatico, sfruttando magari l’intelligenza artificiale, potrebbe enormemente aiutare il settore agricolo ed orticolo nella cura delle coltivazioni e in un’ottimizzazione della produzione.

Dopo una laurea in Geologia ed un dottorato di ricerca presso l'Università degli Studi Roma Tre, ha lavorato come ricercatore presso altro…