Le proprietà nutritive delle fave: buone sia cotte che essiccate, ma soprattutto crude

Cento grammi di fave contengono solo 70 calorie, ma apportano molte vitamine e sali minerali, tra cui il ferro fondamentale per il trasporto dell’ossigeno nel sangue. Meglio consumarle crude, accompagnate da un buon pecorino, perché mantengono i propri valori nutrizionali.
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Gaia Cortese 9 Novembre 2023
* ultima modifica il 25/03/2024

Le fave, conosciute scientificamente come i semi della Vicia faba, sono un legume molto diffuso e apprezzato in molte parti del mondo, particolarmente utilizzato nella cucina Europea meridionale e settentrionale, dell'Asia orientale, dell'America Latina e del Nord Africa.

Questa specie appartiene alla famiglia delle Fabaceae: il baccello deve essere croccante al tatto, i semi estremamente teneri. Le fave sono ottime da mangiare crude, ma soddisfano il palato anche cotte o essiccate.

Proprietà e benefici delle fave

Facile da coltivare e per questo molto diffusa, quella che solitamente viene portata in tavola è la fava da orto, riconoscibile dai suoi baccelli che possono arrivare anche a 25 centimetri di lunghezza, al cui interno ospita grandi semi schiacciati (tra i cinque e i dieci semi per baccello).

La fave hanno ottime proprietà nutrizionali e un tale apporto di proteine vegetali da essere considerate un'alternativa alla carne (in passato un piatto di fave era il tradizionale cibo dei poveri, decisamente economico, facile da coltivare e diffuso quasi ovunque nell’area del Mediterraneo e non solo). Centro grammi di fave fresche apportano solo 70 calorie. Contengono per l’80-85% acqua, e per il restante 15% fibre vegetali, proteine e carboidrati.

Le fibre vegetali delle fave, oltre ad aiutare la diuresi e l’attività dell’intestino, stabilizzano i livelli di colesterolo nel sangue e anche quello degli zuccheri; ecco perché si può dire che le fave siano un valido aiuto nella prevenzione del diabete, dell’obesità e di patologie del sistema cardiovascolare. Le fave apportano anche molte vitamine tra cui le vitamine A, C, E ed alcune del gruppo B; tra queste la vitamina B1, o tiamina, è molto importante per il funzionamento del sistema nervoso e per il metabolismo dell’energia. Nel gruppo B si trovano anche i folati, tra cui l’acido folico che aiuta la sintesi del DNA e dell’RNA, oltre a supportare le funzioni del sistema nervoso e ad essere consigliato prima e durante la gravidanza per evitare malformazioni nel nascituro. Le fave sono anche molto ricche di sali minerali: oltre a contenere potassio, fosforo, calcio, magnesio, sodio, rame e selenio, questi legumi apportano all’organismo molto ferro, sostanza fondamentale per il trasporto dell’ossigeno nel sangue.

Come consumare le fave

Le fave possono essere consumate fresche o secche, e ognuna di queste opzioni ha le sue peculiarità.

Le fave fresche sono particolarmente gustose e possono essere consumate dopo essere state sbucciate. Sono ideali per l'uso in insalate, minestre o come contorno. Per consumarle basta aprire il baccello, estrarre il seme ed eliminare la pellicola che lo racchiude, il cosiddetto tegumento. In Italia le fave fresche iniziano a trovarsi sul mercato a fine primavera e rappresentano il prodotto ideale da accompagnare ai formaggi (nello specifico, al pecorino).

Le fave secche richiedono dal canto loro una preparazione diversa. Prima del consumo, devono essere ammollate per alcune ore e poi cotte. Sono perfette per la preparazione di zuppe, stufati e piatti tradizionali.

In alternativa, le trovi anche surgelate, in baccello o sgusciate, molto comode anche quando le fave non sono di stagione.

Quante mangiarne al giorno?

Le fave vanno considerate come legumi. Secondo le indicazioni fornite dal Ministero della Salute, i legumi andrebbero consumati in almeno quattro-cinque porzioni alla settimana (ma anche di più), in alternativa o in sostituzione delle proteine animali. Per quanto riguarda la quantità giornaliera, considera che una porzione è di circa 150 grammi.

Ricorda, però: l'alimentazione più sana è quella equilibrata e variegata. È quindi sempre consigliato variare gli alimenti, e quindi i legumi, non fossilizzandosi solo su un tipo ma puntando su tutti quelli disponibili di stagione in stagione e distribuendoli equilibratamente durante la settimana.

Controindicazioni

C'è una situazione davvero particolare che porta a dover fare molta attenzione nel caso in cui si vogliano consumare le fave, ossia il favismo, un difetto congenito dei globuli rossi, per cui si ha un deficit di un enzima normalmente contenuto in quest'ultimi, il G6PD. Chi soffre di favismo, se esposto a certe sostanze può avere conseguenze gravi come l’anemia emolitica. La cosiddetta malattia delle fave si trasmette per via ereditaria tramite il cromosoma X e può comparire in seguito al consumo di fave entro le 12 o le 48 ore.

Oltre a ciò, ci sono alcune controindicazioni. Per esempio, le fave possono interagire con gli ossazolidinoni come il linezolid, e sono sconsigliate anche a chi ha una predisposizione ai calcoli.

Chiedere consiglio al proprio medico curante o alla propria medica curante è quindi sempre opportuno.

(Scritto da Gaia Cortese il 26 dicembre 2018;
modificato da Sara Polotti il 9 novembre 2023)

Fonti| Encyclopædia Britannica | Humanitas | Istituto Europeo di Oncologia | CREA

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.