Le stelle di mare tornano a vivere in laboratorio: dopo aver rischiato l’estinzione, sono pronte a riprendersi gli oceani

Un progetto portato avanti dall’Università di Washington e i Friday Harbor Laboratories sta allevando in cattività decine di stelle marine girasole. L’obiettivo è produrne un quantitativo sufficiente per poi rimetterle in mare e controbilanciare la terribile moria, dovuta al climate change, che negli anni ne ha ridotto la popolazione quasi del 90%.
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Kevin Ben Alì Zinati 18 Maggio 2021

Arriverà il momento in cui ritorneranno nelle loro acque e riassaporeranno la salsedine e i fondali marini. Per ora, però, la prima casa delle stelle marine che ripopoleranno i nostri oceani è il laboratorio.

Circa sette anni fa una misteriosa epidemia, probabilmente legata al climate change e all’aumento delle temperature dei mari, aveva eliminato quasi 6 miliardi di esemplari tra le coste di Messico e Alaska.

Forse non sapevi che oltre il 90% della popolazione mondiale di stelle marine girasole Pycnopodia helianthoides, tra le più grandi al mondo, era stato distrutto.

La brutta notizia ora può farti meno paura perché nei Friday Harbor Laboratories, strategicamente posizionati sull’isola di San Juan, nello stato americano di Washington, i ricercatori hanno fatto nascere e allevato decine di giovani stelle marine.

Questi minuscoli esseri non più grandi di un seme di papavero si sono finalmente trasformati in mini stelle e oggi sono pronti a riprendere possesso degli oceani.

Chi rompe, questa volta rimedia. Tradotto, significa che l’uomo ha trovato un’innovativa ed efficace soluzione per scongiurare i danni delle proprie azioni: l’estinzione delle stelle marine.

Danni a cascata

Le stelle marine di girasole rappresentavano una popolazione subacquea tipica della California, così come delle acque del Messico e dell’Alaska, ed erano considerate voraci predatori, specialmente di ricci di mare viola.

Nel 2013 però una misteriosa epidemia portò a una rapida e inarrestabile scomparsa che arrivò praticamente a cancellare quasi ogni traccia della popolazione di Pycnopodia helianthoides.

La parte inferiore di una stella marina adulta di girasole ai Laboratori UW Friday Harbor. Photo credit: Dennis Wise/University of Washington

Sebbene non ci siano prove dirette, la comunità scientifica è d’accordo nel sostenere che l’epidemia quasi certamente ha che fare con il cambiamento climatico e l’aumento delle temperature dei mari e degli oceani.

Come puoi immaginare, le sue conseguenze si abbatterono a cascata su più ecosistemi.

Non solo le stelle marine andarono vicine all’estinzione: la loro quasi definitiva scomparsa determinò l’aumento delle popolazioni di Strongylocentrotus purpuratus, i famosi ricci di mare viola che da prede diventarono predatori divorando le foreste sommerse di alghe brune.

Queste, a loro volta, hanno subito una netta riduzione che dal 2014 ad oggi è arrivata quasi al 95%, rendendo questo ecosistema più vulnerabile e meno resistente.

Via al ripopolamento 

Una soluzione è stata prima elaborata e poi messa in pratica da un gruppo di ricercatori dell'Università di Washington e dalle strutture di ricerca dei Friday Harbor Labs.

Qui gli scienziati stanno allevando una nuova generazione di stelle marine con l’obiettivo di tenerle in cattività finché, una volta adulte e pienamente sviluppate, non saranno in grado di vivere in acqua salata in totale autonomia.

Il progetto è iniziato un anno fa, quando i ricercatori si sono presi cura di diverse stelle adulte. Da qui hanno poi provato a tenerne in vita altre, partendo però dalle prime fasi di sviluppo.

La fase "larvale" della stella marina, immortalato dopo un mese di vita. Photo credit: Dennis Wise/University of Washington

La strategia ha previsto prima l’iniezione direttamente nelle gonadi delle stelle marine di un ormone che inducesse la deposizione delle uova, per poi preferire la fecondazione in vitro.

A questo punto, le giovani stelle marine appena nate vengono fatte crescere in acque con temperature variabili e spesso più calde, in modo da testarne la resistenza a climi oceanici più caldi visto l’inarrestabile avanzamento dei cambiamenti climatici.

Una giovane stella di mare di circa un anno. Photo credit: Dennis Wise/University of Washington

Dopo mesi di tentativi ed errori, ben 14 stelle marine hanno raggiunto l’anno di vita, dimostrandosi in grado di raggiungere anche l’età adulta.

Una stella di mare adulta. Photo credit: Dennis Wise/University of Washington

Ora gli scienziati si stanno avvicinando al momento della liberazione in mare. Prima servirà scoprire l’identità del patogeno responsabile dell’epidemia per poi capire quante e quali stelle marine rimettere in acqua. A quel punto, il ripopolamento potrà finalmente avere inizio.