
15 aprile 2021, Pechino. La foto che vi mostriamo come immagine di copertina immortala un automobilista che pulisce la sabbia e la pioggia dalla sua auto durante una tempesta di sabbia stagionale. A te è mai capitato? Solitamente succede quando in Italia arriva il cosiddetto "vento di Scirocco", una corrente che proviene dai Paesi del nord Africa e che trasporta i detriti del deserto del Sahara fino in Europa. Quando ciò accade, solitamente l'aria non è per niente cristallina e i tetti delle abitazioni o le macchine sono ricoperti dei residui. Del tema se ne è già discusso ai tavoli delle Nazioni Unite, ultimamente in Uzbekistan, a Samarcanda, è arrivato un importante monito dell'ONU. Nello specifico, l'UNCCD, la Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione nei Paesi che sperimentano una grave siccità e/o desertificazione, ha avvertito che ogni anno finiscono nell'aria due miliardi di tonnellate di sabbia: l'equivalente, in peso, di 350 grandi piramidi di Giza.
Tutto ciò ha un impatto non solo sul clima, ma anche di conseguenza sulla salute e sulle economie di tutto il mondo. Il risultato è che fenomeni del genere con molta probabilità potrebbero danneggiare l'agricoltura dei Paesi di tutto il mondo: ciò che prima pagavi a un prezzo "x", con l'aumento delle tempeste di sabbia e dei fenomeni siccitosi molto probabilmente subirà un rincaro. Non solo, a causa di questi fenomeni le conseguenze si verificheranno anche in altri settori industriali e sulla salute dell'uomo.
Questo fenomeno naturale di norma si forma perché, come ti dicevo, forti raffiche di vento soffiano su zone aride o semi-aride. Le regioni del mondo più interessate sono il Pakistan, l'Iran, l'India, la Cina e l'Australia e l'Africa. Essendo molto vicini al deserto del Sahara (l'area interessa quattro Paesi: Libia, Egitto, Chad e Sudan), nel nostro Paese può capitare che si verifichino giornate in cui il cielo è giallognolo e carico di sabbia. La spiegazione è legata a uno stato meteorologico che prende il nome di "configurazione barica". Il modo in cui le masse d'aria si dispongono nello spazio prevede due contrapposizioni: un ciclone nell'oceano Atlantico e un anticiclone africano. Tale contrapposizione fa si che si verifichi un richiamo costante di correnti dal deserto del Sahara.
A spiegarci in che modo il settore agroalimentare e questi fenomeni sono strettamente collegati, vivendo quasi in simbiosi dove l'uno modifica l'altro, è una guida FAO alle misure di mitigazione, adattamento, politica e gestione del rischio in agricoltura. L'organizzazione ONU per l'alimentazione e l'agricoltura spiega come le tempeste di sabbia siano "importanti per il funzionamento dell'ecosistema, ma creano anche numerosi rischi per la società, in agricoltura e in altri settori socioeconomici".
I cambiamenti climatici stanno avendo conseguenze sempre più serie sull'ambiente, allo stesso tempo si prevede infatti come siccità e cambiamenti nell'uso del suolo aumenteranno la frequenza e il rischio di tempeste di sabbia. L'attività agricola è da un lato artefice di questi fenomeni, ma ne è anche la vittima: il modo in cui pensiamo i nostri sistemi agricoli è la causa di nuovi fenomeni siccitosi e tempeste di sabbia.
Nel pratico, per capire in che modo questi fenomeni impattino sulle nostre economie, ecco alcuni esempi:
Nel nostro Paese la mappa SKIRON dell'Università di Atene ha stilato un elenco di regioni italiane interessate principalmente da questo fenomeno:
I danni sui raccolti dell'ultima tempesta Ciaran sono stati visibili a vista d'occhio: in due giorni soltanto, sono 73 le tempeste di vento e bombe d'acqua verificatesi nel Paese, con danni diffusi pari a sei miliardi di euro che pagheremo sotto forma di rincari sui prodotti alimentari che compriamo. Come afferma Coldiretti: "Siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo con effetti devastanti".
Fonte| FAO;