
Nel mondo ci sono spazi immensi dedicati esclusivamente alla coltivazione di una sola specie vegetale. Avocado, soia, nocciole ad esempio e si chiamano monocolture.
La monocoltura è un processo agricolo finalizzato ad adibire un terreno alla coltivazione della stessa specie vegetale per garantire una produzione costante e standardizzata a costo ridotto.
Le principali monocolture sono senza dubbio mais e soia, usate principalmente come foraggio per gli animali da allevamento e in minima parte come nutrimento per le persone.
A queste si aggiungono colture di qualunque altro genere come olio di palma, avocado, tabacco, caffè e così via.
Le conseguenze?
Impoverimento del suolo, che non riceve in cambio i sali minerali e gli elementi che dovrebbero arricchirlo per favorire una nuova crescita.Cibo di bassa qualità. Da suoli impoveriti da un uso costante di pesticidi, dalla spinta alla sovrapproduzione, il sapore che deriva è diverso. Deforestazione Uccisione di insetti, soprattutto impollinatori, e perdita di biodiversità. Inquinamento dell’aria e dell’acqua provocati dall’utilizzo eccessivo di pesticidi e diserbantiRischio per l’economia delle comunità locali dove si coltivaConsumo sconsiderato delle risorse idriche.
Detto questo vi starete chiedendo: Ok, ma quindi quali sono le soluzioni?
Favorire i prodotti di stagione, biologici e locali e quelli con la certificazione fairtrade che ne attesta la filiera protetta e tutelata.
E ovviamente, informarsi sempre prima di acquistare il prodotto da dove proviene e se è corretto o meno che si trovi in quel periodo dell’anno su quello scaffale!