L’ecopelle (davvero) ecologica esiste: si fa con l’ananas ed è sostenibile

La resa è qualitativamente bellissima, ma è il processo di produzione ad essere ancor più entusiasmante: la dottoressa Carmen Hijosa ha inventato un cuoio che, finalmente, non deriva dalla pelle degli animali, ma da alcune fibre vegetali.
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Sara Polotti 31 Agosto 2022

Lo sapevi? L'ecopelle, in realtà, non è finta pelle che non viene realizzata a partire dallo sfruttamento degli animali. Molte persone lo credono perché, effettivamente, il nome potrebbe trarre in inganno. In sostanza, l'ecopelle è semplicemente il cuoio o la pelle realizzata e trattata con modalità a basso impatto ambientale, rispetto alla pelle ottenuta in maniera più tradizionale. Di base, quindi, resta sempre pelle animale, e non si tratta di pellame animalista o vegano.

Scegliere una pelle ecologica è di certo un primo passo etico nei confronti dell'ambiente, ma se stai cercando qualcosa che fino in fondo rispetti il pianeta e gli animali, dovresti optare per altro. Come per esempio per Piñatex, un pellame davvero etico ed ecologico che viene realizzato a partire dagli scarti dell'industria alimentare, ovvero le foglie dell'ananas.

Ecco dunque un esempio di pelle vegana per capi d'abbigliamento e oggetti, creata grazie ad una fibra completamente naturale (e rinnovabile).

Chi ha inventato Piñatex

La storia di Piñatex è davvero affascinante: l'ha infatti inventato la dottoressa Carmen Hijosa, esperta di pellame, che durante un suo consulto nelle Filippine negli anni Novanta rimase scioccata dal processo di produzione della pelle, con l'utilizzo massiccio di prodotti chimici per l'invecchiamento del cuoio. Anche le alternative in materiali plastici non la convinsero, e ciò la portò a considerare delle soluzioni davvero sostenibili.

Osservò quindi la natura attorno a sé, analizzando quali fossero le piante più abbondanti e più feconde: se avesse trovato delle fibre vegetali rinnovabili e trasformabili in un materiale tessile resistente, avrebbe potuto realizzare un pellame finalmente ecologico, fino in fondo.

Allo stesso tempo, cercava un materiale che potesse rispondere ai dettami dell'economia circolare e dell'antispreco. Lo identificò nelle foglie d'ananas, altrimenti buttate.

Da ananas a pelle: come funziona?

Partendo dalle foglie delle piante di ananas nelle Filippine si arriva dunque a dei rotoli di cuoio ecologico. Ma come? Le fibre necessarie per realizzare il materiale vengono estratte utilizzando dei macchinari specifici e semi automatizzati. Queste vengono poi essiccate al sole o in appositi forni e purificate dalle impurità.

Dopo la purificazione si ottiene un materiale soffice, il PALF (PineApple Leaf Fiber), che viene mischiato con un materiale a base di mais e processato per diventare, infine, Piñafelt, alla base dei rotoli di Piñatex. Le rifiniture, al contrario dei primi processi che avvengono direttamente nelle Filippine, vengono fatte in Spagna o in Italia, ed è qui che, applicando diversi materiali, si ottengono la resistenza e la forza del tessuto.

Per cosa si usa Piñatex

Questa fibra in simil-pelle può dunque essere utilizzata per tutti i classici usi di pelletteria: borse, scarpe, cinture, accessori, tessuti per la casa… Dai grandi rotoli si possono tagliare tutti gli scampoli necessari per ogni produzione tessile, a seconda dell'utilizzo.

Sono diversi, peraltro, i brand di tutto il mondo che hanno già scelto di utilizzare questa pelle vegana, etica ed ecologica per produrre capi e accessori sostenibili e resistenti.