
Per anni ci abbiamo costruito case, palazzi, giardini, navi, aerei, alberghi e tutto ciò che ci veniva in mente. Abbiamo pianto quando li abbiamo calpestati a piedi nudi, ci siamo sentiti potenti quando concludevamo una costruzione complessa, abbiamo provato un senso di libertà quando distruggevamo tutto per poi ricominciare da capo.
I mattoncini colorati Lego sono stati i principali compagni della nostra creatività da bambini, quando tutto ciò che non potevamo avere lo costruivamo incastrando questi piccoli bricks l’uno sull’altro. Fosse una villa con piscina, una montagna o un hotel a 5 stelle.
E come nel frattempo siamo cresciuti noi, anche Lego ha deciso di evolversi, adattando il proprio prodotto alle necessità del momento, non solo dal punto di vista ludico ma anche (e soprattutto) in termini ambientali. Grazie a una partnership siglata con il WWF, l’azienda ha infatti deciso di impostare tutte le proprie produzioni in un’ottica eco-friendly, a partire dalla spinta alle rinnovabili (in particolare l’eolico) per poi passare direttamente alla materia prima.
Per questo Lego ha deciso (e annunciato) che entro il 2030 tutta la plastica di cui sono composti i suoi prodotti e i loro imballaggi sarà sostituita con materiali sostenibili.
La transizione ecologica di Lego è iniziata già lo scorso anno, 2018, quando il gruppo ha iniziato a produrre elementi naturali come foglie, alberi e cespugli con una bioplastica prodotta dalla canna da zucchero proveniente da fonti sostenibili.
Ma la corsa green continua senza sosta. Pochi giorni fa, infatti, Lego ha lanciato un nuovo set composto da 3000 elementi di cui ben 185 fatti di bioplastica.
Le ricerche per il materiale perfetto, che non lasci spazio a differenze di proprietà tra quello usato 10 anni fa e quello eco-friendly del futuro, sono ancora in corso. E Lego si affretta a smentire alcune notizie false che circolano su alcuni organi di stampa, secondo cui uno dei materiali scelti per i nuovi mattoncini sia una bioplastica ottenuta dalla canapa.