L’energia solare in Italia: quando il nostro Paese arriva primo

Gli impianti fotovoltaici sul nostro territorio sono oltre 800mila, distribuiti in quasi tutti i comuni. Dopo un taglio agli incentivi nel 2014, sembra che le energie rinnovabili abbiano ripreso a crescere. E per quanto riguarda il paesaggio abbiamo trovato soluzioni eleganti e green.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Giulia Dallagiovanna 29 Ottobre 2018

Fra le tante classifiche che vedono il nostro Paese destinato a rimanere fra le ultime posizioni, ce n'è una della quale possiamo vantarci: la corsa al fotovoltaico. Da almeno sette anni l'Italia è ai primi posti al mondo per potenza solare prodotta sul territorio e il numero dei comuni rinnovabili è aumentato di 20 volte nel giro di dieci anni. Tutto bene fino al 2015, quando il trend si è invertito e con un decreto emanato nel 2014 il Governo non ha iniziato a rivedere gli incentivi all'energia ecosostenibile. Così, dal primo posto siamo caduti al quinto. Certo, rimaniamo sempre in un'ottima posizione, ma per ora campiamo di rendita. Il futuro? Sembra che qualcosa si stia muovendo ma il 2019 sarà decisivo.

Il 2011: un anno solare

Sette anni fa, in una lista di 15 Paesi che stavano investendo sul fotovoltaico, arrivavamo secondi. Solo la Germania faceva meglio. La Cina? La Francia? Tutte dietro di noi, con un distacco di quasi 10mila megawatt. In tutto gli stati che si posizionavano ai primi posti della classifica, riuscivano a produrre il 90% dell'energia solare nel mondo. L'Italia da sola ne produceva un terzo.

Quello che ci favorisce è la posizione: incastonati lì, al centro del mar Mediterraneo, ci prendiamo buona parte dei raggi del sole destinati all'Europa. Si parla di una potenza che va dai 1200 ai 1750 chilowatt all'anno ogni metro quadrato. È evidente come l'energia solare entri a pieno titolo nel nostro futuro.

Eravamo sulla buona strada per raggiungere quello che viene chiamato il Grid Parity, cioè una situazione in cui l'energia prodotta da fonti rinnovabili ha lo stesso prezzo di quella che proviene dalla lavorazione più tradizionale. E infatti siamo arrivati negli anni a produrne il 40% sul totale, l'8% da fotovoltaico. Ma in mancanza di una politica industriale a sostegno della green energy, la crescita ha subito un rallentamento che sa di inversione di tendenza.

Una crescita faticosa

Nel 2014 il Governo ha emanato un decreto che è stato molto criticato per i tagli alle fonti rinnovabili. In realtà non si trattava di concedere minori incentivi, ma di spalmarli su più anni, che da 20 passavano a 24. Questo perché l'allora presidente del Consiglio voleva ridurre la bolletta del 10% per famiglie e imprese. E fra gli oneri rimossi, c'è stato anche quello a eolico, fotovoltaico, idroelettrico e via dicendo.

Ma l'Italia sembra non voler rinunciare a produrre energia dal sole. Già nel 2015, Legambiente contava oltre 800mila impianti sparsi sul territorio che andavano a coprire parte del fabbisogno di quasi tutti i comuni italiani. Il nostro Paese riduceva così l'importazione dall'estero di elettricità prodotta da fonti fossili, cioè quelle più inquinanti.

L'anno dopo un rapporto dell'Agenzia internazionale dell'energia fotografava un'Italia cresciuta più di Cina e Giappone in quanto a potenza energetica ottenuta dal fotovoltaico. Nel giro di qualche anno, avevamo aumentato il ritmo di 50 gigawatt. E nel 2017 i comuni rinnovabili erano quasi tutti quelli presenti sul territorio italiano.

Nel 2018, poi, l'Italia è caduta al quinto posto. Certo, si rimane in piedi, ma siamo stati superati da Cina e Stati Uniti. Lo ha certificato il Ren21, la rete globale che riunisce rappresentanti governativi, scienziati, istituzioni pubbliche, ONG e associazioni industriali, e che indaga i trend e i progressi raggiunti dal settore della green energy. Diciamo che per un po' abbiamo vissuto di rendita, ma ora serve un nuovo rilancio.

Com'è distribuita l'energia solare in Italia

Quando si parla di potenza solare, s'intendono in realtà due cose: gli impianti fotovoltaici, che trasformano l'energia in elettricità, e quelli termici che la usano per scaldare l'acqua a uso domestico. Per questa ragione, quando si parla di distribuzione di energia solare nel nostro Paese ci si riferisce a entrambe le modalità con la quale viene utilizzata.

Una casa con i pannelli solari sul tetto, sulle rive del lago di Como

In generale, il sud parte avvantaggiato perché è la zona che più beneficia dei raggi del sole. Guida la classifica di potenza degli impianti la Puglia, ma negli ultimi anni sembra che il centro e il nord Italia non vogliano essere da meno. Per quanto riguarda il solo fotovoltaico, nelle regioni settentrionali si concentra il 43% degli impianti di tutta la Penisola e la Lombardia è la regione che ne ha di più.

Secondo Agi, una delle ragioni che scoraggiano i cittadini ad appoggiare gli impianti per l'energia solare sarebbe di natura estetica: i pannelli rovinano il paesaggio. In Italia però abbiamo trovato soluzioni eleganti al problema. Una su tutte, il tetto di Palazzo Arnone a Cosenza con finte lastre d'ardesia incastonate a lisca di pesce, che in realtà sono tegole fotovoltaiche. Ma anche le vetrate di alcuni alberghi della costiera amalfitana sono in realtà mezzi per produrre elettricità a zero emissioni.

A che punto siamo

I comuni sono i primi sul fronte dell'energia rinnovabile. Sugli edifici pubblici spuntano piccoli impianti fotovoltaici e la potenza della produzione sta aumentando. Ma la buona notizia è che finalmente esiste una roadmap con obiettivi ben definiti: ridurre il gap del costo dell'energia rispetto all'Europa, diventare sempre più indipendenti e riservare l'80% degli investimenti alle rinnovabili. In particolare, agli impianti solari che guidano il settore.

I tetti delle case sono il luogo dove viene installato il maggior numero di impianti, ma naturalmente l'uso è limitato proprio alle persone che ci abitano. Per una produzione più ampia, oltre ai campi, si è pensato di utilizzare anche le aree industriali dismesse, riciclando così porzioni di suolo che altrimenti rimarrebbero abbandonate all'incuria. Si parla di 9mila chilometri quadrati di superficie che genererebbero 15 gigawatt di elettricità in più. Dopo una breve pausa, sembra che il nostro Paese voglia tornare a essere il primo nella produzione di energia solare. Se sarà vero, lo vedremo il prossimo anno.