L’esempio di Valerio, il volontario napoletano che vuole recuperare la plastica per i villaggi africani

31 anni, Valerio Orfeo ha abbandonato gli studi universitari per dedicarsi anima e corpo a progetti che consentono di dare una seconda vita ai rifiuti di plastica raccolti nei Paesi in via di sviluppo, in particolare nell’Africa sub-sahariana, oltre a portare avanti attività di assistenza sanitaria alla popolazione locale.
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Federico Turrisi 24 Febbraio 2021

Purtroppo parte della plastica che producono i Paesi più ricchi prende, legalmente o illegalmente, la via del mare e viene spedita nei Paesi in via di sviluppo, che però spesso non hanno i mezzi per smaltira correttamente (dovendo gestire già il carico di rifiuti che producono i propri cittadini). Ecco allora che in Africa e in Asia, in particolare, si formano delle vere e proprie discariche a cielo aperto vicine ai centri abitati. Un esempio è rappresentato da quella di Dandora, alla perifieria di Nairobi, capitale del Kenya.

C'è un ragazzo che di fronte a questo scempio della natura e a questa ingiustizia sociale ha deciso di non restare con le mani in mano. Valerio Orfei, 31 anni, napoletano, ha lasciato l'università per dedicarsi in prima persona al volontariato in Africa. Dal 2015 organizza missioni umanitarie nei Paesi in via di sviluppo con Airo (Associazione Italiana Rinnovamento in Oculistica), onlus fondata nel 2004 dal padre Vincenzo, responsabile dell'Oculistica alla Clinica Mediterranea di Napoli nonché professore a contratto alla Scuola di specializzazione in Oftalmologia dell'Università di Trieste.

Per anni Valerio ha seguito il padre portando aiuto e assitenza sanitaria a chi è meno fortunato nei Paesi più poveri dell'Africa, come il Madagascar, dove grazie all'associazione sono stati realizzati una sala operatoria oculistica e un ambulatorio in due diversi ospedali, uno ad Antsiranana e l’altro ad Ambanja. "In tutti questi anni di missioni umanitarie ho accumulato un numero infinito di ricordi. La plastica fa da sfondo ad ogni paesaggio rimasto impresso nella mia mente. ", afferma in un'intervista rilasciata a Napoli Today. "In questa parte del mondo è impossibile non vederla, è ovunque: ammassata, stratificata, è ormai un tutt'uno con la terra. L’impatto umano su questi territori è stato enorme".

In questo periodo di pandemia, in cui è impossibile viaggiare, è nato il progetto più ambizioso per Airo: un piano di edilizia innovativa che mira a dare un valore economico a quello che oggi è considerato solo uno scarto, come la plastica abbandonata per l'appunto. L'obiettivo è quello di costruire un ambulatorio medico attraverso il riciclo di taniche di plastica usate e di sviluppare una tecnica per fabbricare mattoni con plastica riciclata mista a cemento. Insomma, arrivare a un modello di edilizia sostenibile, replicabile anche in altri luoghi dell'Africa. Questi speciali mattoni vengono poi testati nei laboratori del dipartimento di Scienze dei materiali dell'università Federico II di Napoli, con l'aiuto della professoressa Martina Salzano De Luna. In fondo, anche esportare un'idea di economia circolare significa dare un contributo per aiutare le comunità più svantaggiate.