
Che il negazionismo del cambiamento climatico esista è un fatto, ma in una periodo storico di passaggio in cui i cittadini sono chiamati a partecipare alla transizione ecologica ed energetica non ci sono soltanto i negazionisti: esistono diverse sfumature.
A evidenziarlo è anche uno degli ultimi sondaggi sul tema, quello di Termometro Politico, che evidenzia come "Quasi sei italiani su dieci (59,7%) pensano che sul caldo di questi giorni vi sia troppo allarmismo mediatico. Tra questi il 35,5% crede che dietro ci sia un’agenda che esagera il cambiamento climatico per fare passare alcune leggi. A pensarla diversamente è il 39,3%: tra questi il 21,4% ritiene che ci sia una sottovalutazione del problema del riscaldamento globale".
Il dibattito sul tema è complesso e spesso in televisione, in radio o sui giornali le opinioni tendono a polarizzarsi. Molti attivisti climatici, come quelli di Ultima Generazione e dei Fridays for Future, lamentano una carenza di esperti come ospiti nelle trasmissioni televisive. Diciamolo chiaramente: le posizioni democratiche su come portare avanti la transizione ecologica ed energetica sono tutte legittime, a patto che non strizzino l'occhio al negazionismo.
A ricordarlo agli italiani sono le frasi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che durante la Cerimonia di consegna del Ventaglio al Quirinale del 27 luglio ha detto: "Occorre assumere la piena consapevolezza che siamo in ritardo. Bisogna agire, da una parte cercando di incrementare l’impegno a salvaguardia dell’ambiente e per combattere le cause del cambiamento climatico", invitando ognuno a fare la propria parte.
E ha poi aggiunto: "Vorrei declinare questo dovere in maniera completa e conseguente; aggiungendo: non pretendere di fare abusivamente la parte di altri. Ciascuno faccia il proprio mestiere – come si dice in linguaggio corrente – e cerchi di farlo bene. Auspico, come mi è avvenuto di suggerire in diverse occasioni, che questa stessa consapevolezza – cioè fare al meglio la propria parte – venga anzitutto avvertita da chi ha responsabilità istituzionali".
L'invito a non ripetere lo stesso scenario che si è verificato durante gli anni di pandemia è chiaro, ora spetta all'informazione e alla comunità scientifica abbracciarlo.
Ed è proprio da una parte di quest'ultima, infatti, che arriva un appello firmato da 100 scienziati, tra cui Giorgio Parisi, Premio Nobel per la Fisica 2021. Una vera e propria lettera aperta ai media, con la quale si chiede con forza all'informazione italiana di "spiegare chiaramente quali sono le cause della crisi climatica e le sue soluzioni, per dare a tutti e a tutte gli strumenti per comprendere profondamente i fenomeni in corso, sentirsi parte della soluzione e costruire una maggiore fiducia nel futuro".
In caso contrario infatti, secondo i firmatari, "Non parlare delle cause dei sempre più frequenti e intensi eventi estremi che interessano il nostro pianeta e non spiegare le soluzioni per una risposta efficace rischia di alimentare l’inazione, la rassegnazione o la negazione della realtà, traducendosi in un aumento dei rischi per le nostre famiglie e le nostre comunità, specialmente quelle più svantaggiate".
Non ultima, la comunicazione del Servizio Nazionale per la Protezione Ambientale, che il 26 luglio ha diffuso un video in cui viene spiegata la genesi del negazionismo climatico.
"Oggi giorno ci imbattiamo sul web, social, radio in una serie di persone, comunità che negano i cambiamenti climatici ma cos’è il negazionismo climatico e soprattutto come si evoluto nel corso del tempo", si legge sul sito SNPA.
Crediti foto: SNPA