L’Europa lancia il suo Energy Compact: rinnovabili, efficienza energetica e sussidi per l’indipendenza dal gas russo

L’Unione Europea è pronta a investire nelle rinnovabili, nell’efficienza energetica e in sussidi per il settore agricolo per iniziare a svincolarsi dal gas russo, ma non lo abbondano come fonte energetica dato che a cambiare dovrebbero essere solo i fornitori. I provvedimenti saranno annunciati l’8 marzo nel corso della presentazione dell'”Energy compact” da parte della Commissione.
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Michele Mastandrea 5 Marzo 2022

Come ormai avrai notato, la guerra in corso tra Russia e Ucraina sta spingendo i governi europei ad agire sul fronte dell'energia. Obiettivo diversificare le fonti, aumentando così il proprio grado di indipendenza da Mosca, ma anche rispondere al caro-prezzi dovuto alle tensioni internazionali. Nuovi sforzi in questa direzione, devi sapere, li sta facendo anche l'Unione Europea.

Sforzi preannunciati dalle parole della presidentessa della Commissione Ursula Von der Leyen, pronunciate poche ore dopo lo scoppio del conflitto. "Mosca ha strumentalizzato l'energia nei mesi e negli anni scorsi, e noi siamo davvero determinati a non essere più dipendenti dal gas russo", aveva detto la presidentessa della Commissione. Aggiungendo poi che "per l'Ue è chiara la strada: ridurre la nostra dipendenza dal gas e andare verso le rinnovabili".

Cosa è l'Energy Compact

Passando dalle parole ai fatti, la Commissione Europea dovrebbe presentare l’8 marzo il suo Energy compact. Si tratta di un insieme di iniziative per affrontare la crisi energetica di questi giorni, destinata ad avere effetti pesanti sui prezzi. Nel provvedimento è previsto l'aumento degli investimenti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, ma anche una serie di incentivi per finanziare piani di efficientamento energetico degli edifici. Inoltre, verranno fissati requisiti specifici di riserve di gas da accumulare ogni anno entro il 30 settembre. Serviranno ad affrontare eventuali carenze, dovute a shock come quello attuale. Le nuove importazioni di gas dovrebbero arrivare principalmente da Stati Uniti, Qatar e Algeria.

Nessuna rinuncia al gas

Insomma, almeno nel breve periodo non si rinuncerebbe al gas, ma si punterebbe soltanto a prenderlo da altri fornitori. Nella bozza del provvedimento, che potrebbe essere ulteriormente modificato prima della sua presentazione, l’appello della Commissione ai Paesi membri è infatti di "essere ben preparati per il prossimo inverno". Viene ritenuto necessario "un livello medio Ue di riempimento dello stoccaggio di almeno l'80% entro il 30 settembre di quest’anno”. Il tutto sarebbe finanziato con fondi messi a disposizione dalla Banca Europea degli Investimenti sotto forma di prestiti, che i singoli Stati dovranno poi ripagare in 12-15 anni.

Investimenti sul biogas

L'Energy compact contiene però anche misure di lungo periodo. Uno stanziamento europeo significativo sull’efficienza energetica degli edifici, una sorta di ‘Superbonus’ italiano a livello internazionale, è infatti l’altra misura cardine del provvedimento. Per quanto riguarda la transizione alle rinnovabili, l’ipotesi della Commissione è di aumentare gli investimenti, in particolare quelli sul biogas. A questo fine, potrebbero essere in parte mobilitate risorse della Pac, la Politica Agricola Comune dell’Unione. L’obiettivo sarebbe produrre 35 miliardi di metri cubi all’anno da fonti organiche.

Il settore agricolo

La volontà della Commissione, infine, è anche quella di aiutare le aziende operanti nel settore agricolo. L’idea è sostenere quelle che usano fertilizzanti alternativi, in un contesto in cui quelli tradizionali (il cui prezzo dipende molto da quello del gas) è schizzato alle stelle. Mettendo così in grossa difficoltà la sostenibilità economica della produzione. Il prezzo di beni di prima necessità come il grano sta già aumentando fortemente: intervenire subito serve a scongiurare un aumento insostenibile dell'inflazione di qui a poche settimane. Uno scenario che metterebbe a dura prova la tenuta dell'economia europea, già provata dalle conseguenze della pandemia.