L’India vuole reintrodurre nel Paese il ghepardo, dopo 70 anni dalla sua estinzione

Il mammifero più veloce della Terra è a rischio estinzione (ne rimangono poco più di 6mila esemplari) e in India si è già estinto da 70 anni. Ecco perché è stata proposta la reintroduzione di questo animale in India, importandoli dall’Africa. Eppure, gli ambientalisti non sembrano essere molto d’accordo.
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Gaia Cortese 7 Febbraio 2020

Il felino più veloce al mondo è in pericolo di estinzione. Al mondo ne restano poco più di 6 mila esemplari e, secondo uno studio condotto dalla Zoological Society of London e dalla Wildlife Conservation Society, pubblicato sul Proceedings of the National Academy of Sciences, si possono contare ben sei Paesi dell'Africa meridionale e in Iran, dove ne esistono appena una cinquantina.

Ecco perché fa sorgere qualche dubbio la proposta della Corte Suprema in India di reintrodurre nel Paese alcuni ghepardi africani in un habitat a loro appropriato. In India i ghepardi asiatici si sono estinti negli anni Cinquanta, dopo l’ottenimento dell’indipendenza del Paese nel 1947. Molti esemplari sono stati uccisi durante il periodo coloniale dai pastori di pecore e capre, ma anche la caccia illegale dell’animale o la mancanza di territori abbastanza vasti per questo mammifero, potrebbero aver contribuito alla rapida estinzione del ghepardo asiatico.

Dieci anni fa, per la prima volta, l’India ha proposto alcuni piani per la reintroduzione di questi animali nel Paese. Secondo la Corte Suprema, il ghepardo dovrebbe essere introdotto su base sperimentale per scoprire se è in grado adattarsi alle condizioni indiane; nel frattempo le autorità faunistiche stanno pianificando come trasportarli da Paesi africani come la Namibia.

Le due sottospecie di ghepardo dell'Iran e dell'Africa nord occidentale sono state classificate come "Critically Endangered" nella lista rossa dell'IUCN.

Resta da capire se effettivamente gli habitat naturali per la fauna selvatica presenti in India siano abbastanza vasti da ospitare i ghepardi, che in natura non solo hanno bisogno di correre, ma anche di cacciare spesso (in media hanno bisogno di cacciare un'antilope ogni tre giorni). Oltretutto, secondo gli ambientalisti, i ghepardi africani sono completamente diversi da quelli asiatici.

La speranza è che non si debba passare dalla reintroduzione in India alla reintroduzione in natura, vista e considerata la gravità delle condizioni in cui "sopravvive" il ghepardo.

“La riduzione delle popolazioni selvatiche in natura, negli ultimi anni, ha portato al fenomeno dell’incrocio tra individui strettamente imparentati, ponendo questa specie di fronte all’anticamera dell’estinzione – ha avuto modo di spiegare Cesare Avesani Zaborra, ex direttore scientifico del Parco Natura Viva di Bussolengo -. L'unica speranza per non perdere per sempre il mammifero più veloce della Terra potrebbe essere quella di allevare gli esemplari "ex situ", ovvero lontano dall’habitat naturale, per conservare la più alta variabilità genetica possibile, per prepararci nel caso debba essere necessario un programma di reintroduzione in natura".

Fonte | BBC NewsAdnkronosWWF