
Costruire un futuro più sostenibile? L'intelligenza artificiale sembra essere la risposta, almeno secondo 1036 leader aziendali e di governo: 3 su 4 pensano infatti che le nuove tecnologie siano indispensabili per raggiungere gli obiettivi che i Paesi si sono prefissati a breve e lungo termine. Nel concreto l'AI, quando addestrata ad hoc, può agire efficacemente come strumento capace di ottimizzare i consumi e organizzare in modo “smart” tutti i processi lavorativi, con una significativa riduzione delle emissioni. Ma non solo.
Il cambiamento climatico è responsabile dei fenomeni meteorologici estremi che sempre più spesso colpiscono le nostre città: ondate di calore, siccità ma anche alluvioni e tempeste. Con l'aiuto delle intelligenze artificiali potremmo non solo mitigare questi effetti, ma anche prevederli in modo più efficace. L'ONU ha confermato che è già possibile elaborare volumi di dati come mai prima in ambito meteorologico, sfruttando queste nuove tecnologie sarà per questo più facile salvare vite umane e ridurre l'impatto dei disastri naturali sull'economia.
Ma quando si tratta di climate change non si può non considerare il ruolo che ha la rete nel connettere le popolazioni e avvisare le comunità dei fenomeni avversi in arrivo, per questo è necessario colmare il digital divide che esiste tra la parte più ricca del mondo e quella più povera. Secondo la ricerca HP realizzata in collaborazione con Oxford Economics ci sono 3 miliardi di persone che sono escluse dall'accesso a internet, un problema che si ripercuote negativamente nell'economia dei Paesi e nella possibilità dei popoli più emarginati di prosperare in un mondo sempre più connesso.
Nel concreto non c'è solo bisogno di una transizione digitale, ma anche di fornire le competenze necessarie a sfruttare le tecnologie messe in campo: il 41% dei leader dichiara, infatti, che è la mancanza di skill ad essere il principale ostacolo al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e impatto sociale positivo. HP ha per questo all'attivo una serie di progetti in tutto il mondo per colmare il divario digitale, tanto che dal 2021 ha già avvicinato 45 milioni di persone alla digital equity e punta a 150 milioni entro il 2030. Per immaginare un futuro più sostenibile è necessario costruire delle basi di equità sociale, mescolando la tecnologia più intelligente all'istruzione e alle nuove opportunità lavorative.