
Dopo la Gran Bretagna, anche la Repubblica d’Irlanda ha deciso di non voltarsi dall’altra parte e dichiarare lo stato di emergenza climatica. La decisione è stata presa ieri sera, giovedì 9 maggio, in seguito all’approvazione, da parte di Governo e opposizioni, di un emendamento a una proposta parlamentare per mettere in pratica un’azione a difesa del clima e della biodiversità.
Tutto questo si affianca perfettamente alla volontà espressa dai leader europei di mettere le azioni a favore dell’ambiente in cima all’agenza politica nel corso dei prossimi cinque anni. Le reazioni a questa decisione sono state diverse. Richard Bruton, ministro dell’azione per il clima e dell’Ambiente irlandese, ha dichiarato che il cambiamento climatico è a tutti gli effetti la più grande sfida che con cui il genere umano ha a che fare attualmente e la Presidente della Commissione per l'azione climatica, Hildegarde Naughton, ha espresso la propria soddisfazione nel vedere la propria lotta supportata da tutti i partiti senza alcuna distinzione politica. Perché questo è un problema che riguarda tutti e nonostante sia un’emergenza, si tratta di un’emergenza particolare, non risolvibile in tempi brevi.
In molti hanno accolto questa decisione, che non è la prima e si spera nemmeno l’ultima, con favore e sollievo. Perché la difesa del clima non deve essere vista come un fardello, un peso, un impegno troppo grande e potenzialmente inutile, bensì deve rappresentare un’occasione mondiale di rivoluzionare l’economia e i processi produttivi in una prospettiva più sostenibile, migliore per le persone e per l’ambiente.