L’Italia ha adottato la dichiarazione di Parigi per Poli e Ghiacciai: cos’è e perché è importante

Francesco Castagna 14 Novembre 2023

Montagne con poca neve e temperature sempre più alte. Questo è lo scenario attuale in Italia a novembre 2023, dopo l'ottobre più caldo di sempre e un anno in cui la temperatura ha superato il record da quando esistono gli strumenti di misurazione.

In questo contesto si inserisce l'adesione del'Italia alla "dichiarazione di Parigi per Poli e Ghiacciai", un documento firmato da 20 Paesi nel corso della Cop27 in Egitto con l'obiettivo di mantenere alta l'attenzione sullo stato della criosfera in diverse aree del mondo e, al contempo, scongiurare l'innalzamento del livello dei mari. "L'Italia è pronta a collaborare con tutti i Paesi che svolgono attività di ricerca scientifica ai Poli", ad annunciarlo il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, nel corso del vertice One Planet Polar Summit, l’evento internazionale di Parigi che si è concluso questo pomeriggio al termine di tre giorni di lavori.

Le ondate di calore che hanno investito il Mar Mediterraneo hanno portato lo zero termico oltre la quota record di 5.000 metri: questo significa che il cosiddetto “limite delle nevi perenni”, ovvero quel livello immaginario oltre il quale la neve non si scioglie mai, è migrato ben oltre la quota massima raggiunta dai ghiacciai sulle Alpi, esponendo tutti i corpi glaciali delle nostre montagne a fusione.

L'ultimo studio pubblicato su Nature Climate & Change sulla situazione in Antartide non mostra una situazione rassicurante: le registrazioni delle carote di ghiaccio suggeriscono che l'Antartide si sta riscaldando più velocemente della media globale, basta il titolo del lavoro di ricerca per capire che la regione antartica è in serio pericolo. I governi delle Nazioni Unite sono chiamati a intervenire il prima possibile per evitare un ulteriore peggioramento della situazione e contenere l'aumento della temperatura globale entro 1,5°C (max entro i 2°C), come previsto dagli Accordi di Parigi del 2015. Anche la situazione dei ghiacciai italiani non è florida, un rapporto di Greenpeace mette in mostra lo stato di salute degli Appennini, dove si è arrivato a parlare di "annerimento" in riferimento alle polveri e ai detriti che si sono depositati sulle vette e hanno fatto perdere il candore bianco a queste montagne.

Il nostro geologo Andrea Di Piazza ci aveva parlato della situazione del Miage e il ghiacciaio dei Forni, spiegandoci che: "I ghiacciai in questo modo diventano non solo sempre più grigi ma anche più fragili. Infatti, via via che si scuriscono assorbono sempre più radiazione solare e fondono sempre più velocemente. Stiamo perdendo la nostra preziosa risorsa d’acqua".

La dichiarazione appena firmata dall'Italia si chiama "Ambition on Melting Ice", mostra come gli effetti sull'essere umano, se non saranno prese delle misure concrete, potrebbero essere molto rischiosi. Un rapido scioglimento dei ghiacci a livello mondiale infatti apre a più scenari:

  • la scomparsa di popolazioni indigene
  • una rapida acidificazione degli oceani polari
  • la scomparsa di isole e zone abitate molto vicine al livello del mare

La lotta a evitare la massiccia perdita di volume dei ghiacciai deve essere una priorità per l'Italia, che ha una catena alpina di 1.300 chilometri. Come in tutto il mondo, anche nel nostro Paese entro il 2100 potrebbe sparire la maggior parte degli ammassi di ghiaccio.

Fonte| Ambition on Melting Ice; Ministero della Ricerca e dell'Università