L’Italia ha perso oltre cento milioni di alberi e piante da frutta negli ultimi 15 anni

In occasione della Giornata nazionale degli alberi Coldiretti lancia l’allarme sullo stato dell’arte del nostro Paese.
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Francesco Castagna 21 Novembre 2023

Siccità, alluvioni, desertificazione, tutti questi eventi sono soprattutto i tuoi nemici. Già in passato abbiamo affrontato le ricadute economiche dei cambiamenti climatici sulle tasche degli italiani, questa volta Coldiretti ha lanciato l'allarme: più di cento milioni di alberi da frutta sono stati persi da quindici anni a questa parte. Un danno ambientale a cui non diamo mai troppa importanza a livello istituzionale, perché il trend non sembra essere in diminuzione.

Dalle mele alle pere, dalle pesche alle albicocche, dall’uva da tavola alle ciliegie, dalle arance alle clementine. Solo il cedro e il bergamotto tengono botta alla morsa degli eventi climatici estremi. L'allarme arriva in occasione del 21 novembre, giornata nazionale degli alberi. Proprio in questa data è importante denunciare la scomparsa di quello che è un vero e proprio patrimonio ambientale, in grado di assorbire numerose quantità di CO2.

Solo nel 2023 il Paese ha perso decine di ettari di raccolti, le alluvioni in Emilia Romagna e in Toscana ne sono la testimonianza, accompagnate da una serie di fenomeni siccitosi che hanno colpito l'Italia da Nord a Sud. A peggiorare la situazione poi si sono aggiunti gli incendi, che in Sicilia e in Calabria hanno devastato il territorio e che, a livello nazionale, hanno causato un totale di 51.386 ettari in fumo nel 2023, secondo i dati Legambiente.

Come spiega Coldiretti: "Una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. In altre parole, quindi con la strage di piante da frutto è venuta a meno in Italia la capacità di assorbimento di ben 2 milioni di chili di inquinanti all’anno".

La maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana però è allo stesso tempo la stessa che ha poi firmato un accordo commerciale di collaborazione con il gigante del fast food McDonald's, che conduce pratiche agricole per nulla sostenibili e che, con i suoi sistemi di allevamento intensivo del bestiame, non contribuisce alla riduzione in tal senso delle emissioni di CO2. Eppure dovrebbe saperlo, il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, che se da una parte afferma che "è necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente", dall'altra sostiene che "McDonald's rappresenta l'italianità".