L’Italia paga a caro prezzo l’immobilismo sullo smog: a dirlo è il nuovo rapporto Mal’Aria 2021

La qualità dell’aria continua a essere pessima in molte città e questo porta a delle pesanti sanzioni europee, come ha denunciato Legambiente nel dossier “Mal’aria 2021 edizione speciale”.
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Gianluca Cedolin 16 Settembre 2021

Per l'inquinamento atmosferico paghiamo un prezzo altissimo non solo a livello ambientale e sanitario, ma anche economico: negli ultimi anni, la Commissione europea ha comminato tre procedure di infrazione all'Italia, che non ha rispettato gli standard comunitari di qualità dell'aria. Per una di queste siamo già stati condannati a pagare una multa salatissima, stimata tra 1,5 e 2,3 miliardi di euro, come ha scritto Legambiente in Mal’aria 2021 edizione speciale – I costi dell’immobilismo, con cui l'associazione ambientalista denuncia ritardi e inadempienze del nostro paese nel contrastare l'inquinamento atmosferico e migliorare l'aria che respiriamo.

Del resto, si legge nel dossier, i numeri non mentono: sono già 11 le città italiane che per più di 35 giorni hanno avuto una concentrazione di Pm10 media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo. La Pianura padana, per conformazione geografica e concentrazione di attività inquinanti (fabbriche, traffico, riscaldamento), domina la triste classifica. Al primo posto ci sono Verona e Venezia con 41 giorni di sforamenti, seguite da Vicenza (40), Avellino e Brescia (39), Cremona e Treviso (38), Alessandria, Frosinone e Napoli (37) e Modena (36). Presto altre si aggiungeranno nel corso dell'autunno.

I dati che arrivano dalle città italiane preoccupano e rischiano di condannare l'Italia a pagare altre multe. L'unica soluzione per evitare la scure della Commissione europea, che potrebbe portare anche, in futuro, al taglio dei fondi comunitari, è quella di agire subito. Entro il prossimo decennio, del resto, la concentrazione di inquinanti nell'aria dovrà essere dimezzata, in accordo con il Piano d'azione europeo Verso l'inquinamento zero, un obiettivo che richiede azioni immediate. Legambiente chiede alle regioni e al governo centrale di rispettare gli impegni presi, come le limitazioni alla circolazione in città dei diesel euro4, l'abbassamento dei limiti di velocità, lo stop al carbone e al gasolio nei riscaldamenti, la sospensione dei liquami in agricoltura e la fine dei sussidi ai diesel, tutte promesse rimaste per ora disattese.