Il 19 marzo, per il Global day of action sul clima, le attiviste e gli attivisti di Fridays for future hanno organizzato una manifestazione in bicicletta a Milano, pedalando per le strade del capoluogo lombardo e chiedendo alle istituzioni di agire ora per la giustizia climatica e la transizione ecologica. In una delle aree con il maggior inquinamento al mondo, la bicicletta rappresenta il mezzo di trasporto del futuro, «che possono usare tutti e non ha bisogno di benzina per andare avanti», come ha detto Michela, 22 anni, oltre che ideale per rispettare il distanziamento sociale e manifestare in tutta sicurezza.

La carovana di ragazze e ragazzi in sella alle loro bici, vestiti di verde e con le mascherine, ha toccato diverse tappe, dal picchetto fuori dal palazzo della Regione, con le biciclette rotte legate al cancello e la giunta messa metaforicamente «in quarantena», alle dimostrazioni fuori dai luoghi di Shell ed Eni, entrambe appena assolte per il processo sulle tangenti in Nigeria ma sempre colpevoli di essere grandi inquinatori, fino alla conclusione in piazza Duomo.

Grande attenzione ha ricevuto la scuola, il luogo fondamentale in cui educare al rispetto del pianeta e in cui discutere una visione di futuro diversa e sostenibile. Ancora una volta le scuole hanno dovuto chiudere, sacrificate sull'altare della pandemia ma soprattutto della mancata attenzione: «I giovani sono stati trattati come l'ultima ruota del carro», accusa Andrea, 20 anni, il quale si augura che proprio i giovani siano la scintilla del cambiamento. L'emergenza climatica, accantonata durante la lotta alla pandemia (quando ormai gli scienziati hanno accertato che la crisi ambientale abbia favorito la nascita e la diffusione del Covid-19), deve tornare a essere centrale e richiede azioni immediate.