Lo spreco alimentare, una piaga possibile da contrastare

Oltre 2 miliardi di persone non hanno accesso regolare a cibo salubre, nutriente e sufficiente e noi continuiamo a sprecare cibo. Sebbene ci siano tanti italiani che sembrano essersi accorti della questione, tuttavia si continua a buttare 36 kg di cibo all’anno senza nemmeno che tocchi la tavola. Sono 2,2 i milioni di tonnellate che si buttano in tutto la penisola, un trend da contrastare con qualche consiglio utile e una scelta benefica per tutti per continuare ad assicurarci una terra fertile e rigogliosa.
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Ciaopeople Studios 16 Ottobre 2020

Il 16 ottobre si celebra la Giornata Mondiale dell’Alimentazione promossa dall’ONU e dalla FAO per sensibilizzare sulle problematiche della povertà, della fame e della malnutrizione nel mondo, sulla sicurezza alimentare e per promuovere una migliore nutrizione e l'agricoltura sostenibile. È sicuramente un’occasione importante anche per riflettere sui propri comportamenti, quelli di noi consumatori, dei grandi e piccoli produttori agricoli e del sistema di distribuzione del cibo nel mondo. È fondamentale partire proprio da chi acquista e consuma, poiché è dalle sue scelte e dai suoi comportamenti che si può pensare di migliorare il mondo, rendendolo più equo.

Sistema disequilibrato e nuove tecnologie

Se è vero che il progresso in fatto di produttività agricola è tangibile, tuttavia il sistema manca di equilibrio: da una parte troviamo spreco alimentare, obesità e alimentazione insana, dall’altra fame, degrado e perdita di diversità agrobiologica. Un aiuto per evitare gli squilibri nel sistema alimentare può arrivare dalla trasformazione digitale. Le nuove tecnologie, infatti, possono fare la differenza per i piccoli produttori che producono fino all’80% del cibo consumato al mondo. Per esempio il telerilevamento, le immagini satellitari, le applicazioni mobili e blockchain. Tutte tecnologie che servono per migliorare la filiera, la gestione delle risorse idriche e ridurre sprechi e perdite, per prevedere e affrontare in anticipo le calamità e anche per rendere i sistemi alimentari più resilienti, sani e sostenibili. Tante strade da percorrere perché l’alimentazione sia giusta per tutti.

Cosa possiamo fare noi? Primo consiglio: imparare a scegliere

Imparare ad acquistare prediligendo prodotti di cui conosciamo la provenienza. Conoscere non ci assolve dal “peccato originale” di essere nati dalla parte giusta del Pianeta, ma di sicuro è una delle azioni che ci responsabilizza verso chi ha meno accesso al cibo. Sapere che chi ha prodotto quell’alimento ha coltivato la terra rispettandola, prendendosi la responsabilità di non impoverirla o contaminarla con prodotti e pesticidi chimici di sintesi, non è cosa da poco. Esistono aziende che da anni lavorano con fatica promuovendo una filosofia del benessere che va da quello della terra a quello del prodotto, fino a quello dei consumatori: l’agricoltura biologica. È la scelta fatta, ad esempio, da Almaverde Bio, la società consortile che da tempo raccoglie intorno a sé consumatori e produttori “illuminati” coi quali ha instaurato un rapporto franco e diretto. Il biologico è benessere perché rispecchia valori come sostenibilità e sicurezza e profondo rispetto per la Natura. Questa è una scelta responsabile.

Secondo consiglio: non sprecare

Come consumatori è importante riflettere sulla quantità di cibo sprecato che viene letteralmente buttato. Sebbene ci siano tanti italiani che sembrano essersi accorti della questione, ognuno di noi continua a buttare 36 kg di cibo all’anno senza nemmeno che tocchi la tavola. Non si parla di avanzi ma di alimenti scaduti, alimenti che hanno perso la loro freschezza e non sono stati mai cucinati. Sono 2,2 i milioni di tonnellate che si buttano in tutta la penisola, ma oltre al richiamo ai consumatori è doveroso richiamare tutta la catena della filiera comprendendo la distribuzione.

Restiamo in ascolto della Terra e di chi la rispetta e cerchiamo di fare del nostro meglio per evitare iniquità e disuguaglianze.