
Sapevi che nel mondo, tra il 1990 e il 2020, è andata persa una quantità di alberi più grande dell'Unione europea? Il Parlamento europeo afferma che nel nostro Continente è accaduto un processo inverso: nello stesso periodo le foreste sono aumentate del 10%. In realtà, come segnala la stessa UE, se da una parte viene esaltato l'impegno dei Paesi membri, dall'altra questo scenario di deforestazione globale è causato per circa il 10% anche dall'UE, che ne è responsabile come gli altri Paesi. È vero, infatti, che nell'Unione europea le foreste sono tutelate da leggi nazionali e internazionali, ma lo è anche il fatto che il consumo dei Paesi membri rappresenta circa il 10% della deforestazione globale, principalmente olio di palma e soia, che rappresentano oltre i due terzi. A dirlo sono i dati pubblicati dalle Nazioni Unite e la valutazione d'impatto della Commissione europea, secondo cui i principali prodotti importati nell'UE provenienti da terreni disboscati sono:
La deforestazione e il degrado delle foreste sono motivo di preoccupazione per l'Unione europea, a tal punto che sugli obiettivi ambientali come la perdita di biodiversità e la lotta ai cambiamenti climatici. Per questo motivo, il Parlamento UE si è mosso adottando alcune strategie negli ultimi anni. Nel 2021 la Commissione aveva presentato la nuova strategia forestale dell'UE per il 2030, mentre nel 2022 il Parlamento si era espresso sul regolamento della Commissione sui prodotti privi di deforestazione, spiegando che vorrebbe richiedere alle aziende "di verificare che i prodotti venduti nell'UE non siano stati prodotti su terreni deforestati o degradati. Il Parlamento vuole includere più prodotti nell'elenco e garantire che i diritti umani ei diritti dei popoli indigeni siano rispettati".
Lo ha fatto il 18 aprile, quando ha adottato una nuova legge per contrastare a livello globale la deforestazione. La nuova strategia europea obbligherà le aziende a garantire che il commercio dei prodotti importati da altri Paesi extracomunitari non derivi da azioni di deforestazione o di degrado forestale. Ma come si traduce questa visione nel concreto? Sostanzialmente le aziende potranno vendere prodotti all'interno del mercato dell'Unione europea solo se:
I parlamentari UE inoltre hanno ottenuto una definizione più ampia di degrado forestale, includendo le foreste primarie e quelle che si rigenerano naturalmente in foreste di piantagione o in altri terreni boschivi. Tra i nuovi prodotti inseriti nella legislazione ci sono: bovini, cacao, caffè, olio di palma, soia e legno. Ma anche prodotti che contengono o sono stati realizzati con pelle, cioccolato e mobili. E poi gomma, carbone, prodotti di carta stampata e derivati dell'olio di palma.