L’Unione europea punisce l’Italia per l’inquinamento dell’acqua potabile: il caso dell’arsenico nelle falde acquifere del Lago di Vico

I cittadini di alcuni centri abitati italiani non possono bere l’acqua pubblica perché è considerata insalubre e nociva per la salute dell’uomo.
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Francesco Castagna 9 Novembre 2023

In alcune zone d'Italia l'acqua è velenosa. Il nostro Paese infatti è protagonista di un altro risultato negativo a livello comunitario, l'Unione europea ha punito il governo di Roma perché alcuni bacini idrici presentano quantità elevate di arsenico. È il caso dei Comuni del viterbese e in particolare di Ronciglione e Caprarola, dove le falde acquifere avrebbero superato il livello consentito dall'OMS di questo elemento chimico. Si tratta di un altro caso in cui l'attività umana sta mettendo a serio rischio l'ambiente, e di conseguenza la salute stessa delle persone.

I cittadini dei Comuni del viterbese si trovano in una situazione critica. "È un problema annoso, una situazione a dir poco vergognosa", scrivono alcuni utenti sui gruppi locali su Facebook. La sensazione è che siano quasi stufi di uno scenario che va avanti da troppo tempo. Le cause della contaminazione dell'acqua sono molteplici: la forte presenza di arsenico, un ex deposito militare situato nei pressi del lago di Vico e i pesticidi usati per curare i noccioleti.

"I lavori per installare l’impianto? Partiranno tra fine novembre e i primi di dicembre", avverte il sindaco di Ronciglione, Mario Mengoni. Anche se la situazione a Ronciglione è di un'ordinanza di non potabilità dell'acqua ancora in vigore, il primo cittadino ha voluto rassicurare i suoi cittadini, spiegando che fra un paio di mesi verranno iniziati i lavori per abbattere i livelli di uranio presenti nelle acque del paese. A rilevare il superamento dei parametri rispetto a quelli stabiliti dall'OMS è stata ARPA Lazio, che ha condotto diverse analisi a campione, scoprendo alla fine che le acque del lago di Vico, dalle quali prendono l'acqua i Comuni circostanti, sono piene di arsenico, cadmio e nichel.

L'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) ha stabilito che il livello massimo di queste sostanze per litro deve essere di 10 microgrammi. Una percentuale più alta potrebbe portare a effetti negativi su riproduzione, malattie neurologiche, cardiovascolari, respiratorie, diabete e tumori, secondo quanto comunica l'ASL di Viterbo, che insieme ad ARPA Lazio ha condotto delle analisi periodiche che hanno mostrato come i livelli di arsenico in alcuni campioni arrivino addirittura fino a 127 microgrammi per litro.

La presenza di questo materiale è dovuta anche ai metalli pesanti provenienti da un ex deposito di armi chimiche dell'esercito. Una volta abbandonato, il luogo non è mai stato bonificato, e così i materiali si trovano ora nei sedimenti del fondale. In fondo al lago c'è di tutto: metalli, fertilizzanti, pesticidi utilizzati per la cura dei noccioleti, ma anche scarichi degli stabilimenti turistici.

Succsessivamente la Asl di Viterbo e ARPA Lazio hanno condotto delle nuove analisi a campionamento sui livelli di arsenico nelle acque, da questo lavoro è emerso che attualmente i livelli sono inferiori a quanto stabilito dall'OMS. Questo probabilmente perché la Regione Lazio ha deciso di installare dei filtri per l'arsenico negli impianti di depurazione e potabilizzazione delle acque.

Fonti| Arpa Lazio

Crediti foto: Di SiBen9 – Opera propria, CC BY-SA 4.0