M6NTHS: la vita di un maialino da allevamento intensivo nel corto vincitore dei Panda Awards

Il ciclo di vita di un porcellino nato in un allevamento intensivo, raccontato attraverso i suoi occhi. È il cortometraggio di Eline Helena Schellekens, vincitore dei Panda Award 2018, che supporta l’iniziativa “End of the cage age”, promuovendo una raccolta firme per la chiusura degli allevamenti intensivi. Il film sarà disponibile in streaming gratuitamente dal 5 al 18 febbraio.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Sara Del Dot 6 Febbraio 2019

È molto facile andare al supermercato e farsi dare dal salumiere due etti di prosciutto cotto. È ancora più semplice prendere la carne direttamente dal banco frigo, già impacchettata, plastificata e prezzata. Un ammasso rosa che porterai a casa e mangerai senza farti troppe domande, né sulla sua provenienza geografica né su cosa era prima di entrare nella tua cucina diventando l’elemento principale del tuo toast. In quel momento è soltanto cibo. Una cosa buona da mangiare, esattamente come una fetta di pane o di pizza. Ma ti sei mai chiesto che cos’era prima di diventare un pezzo di carne da ritirare al supermercato? Qual è il prezzo reale di ciò che stai mangiando con gusto, magari felice di aver speso poco perché l’hai trovato in offerta?

Cosa si cela dietro l’industria intensiva della carne è ormai noto, che tu lo voglia vedere oppure no. Inchieste, reportage e documentari a riguardo si sono letteralmente sprecati, in particolare negli ultimi anni, raggiungendo le coscienze di migliaia di persone che hanno poi optato per un’alimentazione più consapevole che, attenzione, non significa necessariamente diventare vegani o vegetariani. Semplicemente, è sempre più chiaro che le alternative all’allevamento intensivo esistono e vanno incentivate. A partire, naturalmente, dal consumatore, ovvero da te.

M6NTHS

Sensibilità ed empatia. Guardando M6NTHS, il cortometraggio lungo appena 12 minuti realizzato dall’olandese Eline Helena Schellekens, è evidente che sono queste le emozioni che la regista ha cercato di trasmettere ai suoi spettatori, raccontando la storia di un maialino d’allevamento intensivo dal momento in cui viene al mondo fino al viaggio verso la sua trasformazione in prodotto da supermercato. Un filmato silenzioso, angosciante, vissuto dal punto di vista di una creatura che per te forse è soltanto un prosciutto, ma che prima di diventare merce è, soprattutto, una vita. Il cortometraggio si conclude così, sul camion diretto verso il macello. Il resto, lo conosciamo già.

M6NTHS supporta l’iniziativa promossa dai Cittadini Europei chiamata “End of the cage age”, in favore della chiusura definitiva degli allevamenti intensivi. Per questa ragione, la sua visione verrà messa a disposizione gratuitamente dal 5 fino al 18 febbraio sul sito di CIWF Italia e sui portali delle 140 organizzazioni (di cui 20 italiane) aderenti all’iniziativa. Parallelamente, il film aiuterà a divulgare la petizione per raccogliere il maggior numero di firme possibili. L’obiettivo è di un milione di firme in un anno, così da imporre alla Commissione Europea di pronunciarsi ufficialmente sull’argomento. Se desideri contribuire con una firma, ti basterà cliccare qui.

M6NTHS ha vinto il premio per miglior cortometraggio dei Panda Award, il più importante riconoscimento dei film sulla natura.

Una visione faticosa (ma necessaria)

So bene che in questi casi la cosa più comoda da fare è non guardare per evitare di stare male. Eppure ciò che viene mostrato nel cortometraggio rappresenta tutto ciò che sta dietro alle simpatiche confezioni che butti indiscriminatamente nel carrello della spesa tra gli scaffali del supermercato. Ogni anno, infatti, sono 300 milioni gli animali che trascorrono la loro vita rinchiusi in una gabbia in condizioni terribili, senza potersi muovere liberamente, cancellando qualunque istinto in attesa di essere uccisi e impacchettati per poi essere cucinati o, peggio, essere buttati via perché scaduti, cattivi o avanzati. Se preferisci, puoi anche non guardare. Ma ciò non significa che tu non possa pensarci e, magari, scegliere di acquistare carne in maniera più consapevole.