Estate, inverno, dopo lavoro: la birra è un’icona della condivisione, oltre che una delle bevande più amate. E se ti dicessi che la sua produzione è a rischio?

Manca la CO2, ecco l'ennesima triste conferma

Non molto tempo fa avevamo parlato delle aziende di acqua frizzante che avevano difficoltà a reperire la CO2. In molti ci avevano chiesto come fosse possibile, visto che negli scaffali dei supermercati – a parte qualche eccezione – ancora si trovavano le birre gassate. Ma è bastato poco tempo per avere l’ennesima triste conferma. Dopo l’acqua frizzante tocca alla birra! La Menabrea – marchio italiano di birra con sede a Biella –,  infatti, pochi giorni fa ha dovuto interrompere temporaneamente la produzione proprio a causa della mancanza di anidride carbonica.

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Perché è difficile reperire l'anidride carbonica?

In tutta Italia la produzione di bibite frizzanti sta rallentando a causa dei ritardi sulle consegne in giro per il mondo dovute alla crisi energetica, l’aumento di costi di produzione e trasporto causato dalla guerra in Ucrain. In Germania è giù suonato l’allarme fallimenti, come ha ricordato il presidente di Unionbirrai Di Pilato.

Perché la CO2 è essenziale per la birra?

Il problema è che manca soprattutto la Co2 in versione liquida, che ha iniziato a scarseggiare da giugno e che è fondamentale per la produzione di birra: serve per togliere l’ossigeno all’interno delle bottiglie , per riempire i fusti da consegnare a bar e ristoranti e contribuisce a creare la schiuma iconica che ci piace tanto.Per accaparrarsi la poca anidride carbonica in circolazione il settore delle bibite deve competere con altri  per il quale la Co2 è altrettanto essenziale: la medicina, l’agricoltura, l’industria alimentare, i produttori di vino, e molte industrie.

C’è però chi si è ingegnato per sopperire a questa mancanza, come un marchio danese di birra che recupera la CO2 prodotta nel corso della fermentazione.