Mare Nostrum, lo squalo bianco rischia di estinguersi

Nel Mediterraneo centrale la sua riduzione ha toccato il 52%, nel Mar di Marmara il calo è stato del 96%. Lo squalo bianco nel Mediterraneo è a serio rischio di estinzione, ma possiamo fare qualcosa per proteggerlo.
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Gaia Cortese 11 Febbraio 2020

Lo squalo bianco rischia di estinguersi nel Mediterraneo. A questa conclusione è arrivato un team di studiosi dell'Università La Sapienza di Roma, che in collaborazione con la Stanford University, la Virginia Tech University e altri istituti di ricerca italiani hanno monitorato la presenza di questo predatore nel bacino del Mediterraneo, evidenziando come in alcune aree la popolazione sia quasi scomparsa.

"C'è ma non si vede – ha spiegato Stefano Moro del Dipartimento di Biologia ambientale dell'Università La Sapienza -. Solo che dalle nostre stime, purtroppo, potrebbero essercene sempre meno nelle nostre acque".

Nella studio "Abundance and distribution of the white shark in the Mediterranean Sea", pubblicato sulla rivista Fish and Fisheries, ne viene stimato l'andamento: un sorprendente declino che oggi ha portato il grande squalo bianco a trovarsi a rischio di estinzione nel Mediterraneo, come la stessa IUCN (International Union of Conservation of Nature) sostiene.

Il decremento non si è verificato in maniera costante e uniforme, ma ha seguito un andamento variabile a seconda delle zone del Mare Nostrum. Nel Mediterraneo centrale, per esempio, si è registrata una riduzione del 52%, mentre nel Mar di Marmara il calo ha raggiunto addirittura il 96%.

Lo studio si è basato su circa 700 segnalazioni, dati e informazioni varie, che hanno tracciato l’andamento della presenza dello squalo bianco nelle nostre acque negli ultimi 160 anni. Tracciare in modo preciso gli spostamenti e l'area di presenza dello squalo bianco è molto complesso e da anni, nel Mediterraneo, i ricercatori basano le loro stime su avvistamenti, segnalazioni e ritrovamenti di carcasse.

"In generale, nonostante sia uno dei predatori più studiati al mondo, di questo animale si sa ancora pochissimo – ha commentato Moro -. Figuriamoci nel Mediterraneo, un mare che non offre, come ad esempio in California, Sudafrica e Australia, grandi concentrazioni di pinnipedi, animali cacciati dallo squalo bianco. Là dove ci sono queste concentrazioni è più facile individuare e studiare gli esemplari di squali, ma nel Mediterraneo questo, a parte per qualche foca monaca, non è proprio possibile".

Perché sta scomparendo?

Nonostante sia difficile riuscire a comprendere i vari motivi della graduale scomparsa dello squalo bianco dal Mediterraneo, le attività antropiche, la sovrapesca, l'occupazione crescente di spazi in mare, l'inquinamento e il surriscaldamento delle acque causato dal cambiamento climatico, potrebbero avere influito sulla vita di questi predatori.

Per poterli studiare meglio, e trovare così il modo per proteggerli, in verità, tutti possiamo fare qualcosa. Come? Attraverso un progetto di Citizen Science chiamato SharkPulse, e utilizzato anche dalla stessa ricerca condotta a La Sapienza, si possono fornire dati sugli avvistamenti di questo predatore. Può non ispirare la stessa tenerezza di un koala, ma lo squalo bianco ha bisogno di aiuto.

Fonte | “Abundance and distribution of the white shark in the Mediterranean Sea” pubblicato il 27 dicembre 2019 su Fish and Fisheries