MarinaTex, la bioplastica che nasce dagli scarti di pesce

Un’innovativa bioplastica perfetta per gli imballaggi monouso che nasce dal recupero degli scarti del pesce e si biodegrada in meno di 6 settimane. Si chiama MarinaTex, e la sua invenzione è valsa alla sua creatrice, Lucy Hughes, l’International James Dyson Award 2019.
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Sara Del Dot 26 Novembre 2019

I mari di tutto il mondo soffocano nella plastica e non è una novità. 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici ogni anno vengono riversati nell’oceano, compromettendo la salute di interi ecosistemi e uccidendo le creature marine. Molta di questa plastica deriva da un’abitudine dannosa che abbiamo sviluppato nel tempo e di cui fatichiamo a liberarci: si chiama usa e getta. Ma se l’utilizzo di oggetti monouso sta pian piano diminuendo a livello individuale attraverso scelte ecosostenibili e consapevoli che permettono alle persone di abbandonare bottiglie, cannucce, bicchieri e posate in plastica, lo stesso non si può dire per il packaging.

Gli imballaggi infatti rappresentano una delle principali fonti di inquinamento da plastica. Per questo Lucy Hughes ha deciso di provare a offrire al mondo un’alternativa. Lucy ha 24 anni e studia ingegneria all’Università del Sussex. Desiderava provare a realizzare un materiale sostenibile che potesse sostituire la plastica, ma voleva farlo senza usare materia prima vergine, bensì attingendo a scarti già disponibili che altrimenti sarebbero stati sprecati.

Dopo diverse ricerche, ha scoperto che le squame e la pelle del pesce, spesso scartate nella filiera dell’industria ittica e mandate in discarica, possono rappresentare un’ottima materia prima per la creazione di un nuovo materiale resistente, flessibile e trasparente in grado di sostituire efficacemente la plastica monouso per gli imballaggi. Per legare assieme questi due materiali, ha scelto l’alga agar, facilmente reperibile lungo le coste. Dopo diversi esperimenti, il risultato sperato è stato raggiunto ed è stato chiamato MarinaTex.

MarinaTex è una bioplastica realizzata a partire dagli scarti del pesce. Ha una consistenza flessibile e si presenta sotto forma di fogli traslucidi. È particolarmente adatta a singoli utilizzi, in sostituzione della plastica monouso, dal momento che si biodegrada in 4-6 settimane e può essere gettata direttamente nel sacchetto dell’umido di casa.

La composizione del materiale e l’indubbia utilità della scoperta ha valso a Lucy l’International James Dyson Award 2019, dal momento che è in grado di risolvere sia il problema degli imballaggi di plastica monouso e quello dello smaltimento dei rifiuti dell’industria del pesce. Con il premio, 30.000 euro, Lucy porterà avanti i suoi studi su questo materiale rivoluzionario e cercherà di metterlo in commercio per poter portare il proprio contributo alla lotta contro l’inquinamento da plastica.