
Dopo numerose critiche ricevute nel corso del suo mandato da esponenti del Partito Popolare europeo, Renew Europe, Vox e in linea principale dai partiti di opposizione, Frans Timmermans ha deposto le armi dimettendosi, lasciando la gestione del Green Deal a un nuovo commissario: Maroš Šefčovič. Il ruolo gli era divenuto stretto, anche se il reale motivo delle sue dimissioni, avvenute il 22 agosto, è la sua candidatura alle prossime elezioni politiche in Olanda, che si terranno il 22 novembre.
Per questo motivo, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha incaricato Sefcovic, dandogli "la temporanea responsabilità del portafoglio per la politica di azione per il clima", ad interim, ovvero "fino alla nomina di un nuovo membro della Commissione di nazionalità olandese".
L'idea di transizione ecologica di Sefcovic è più moderata rispetto alla linea dura di Timmermans, quasi paragonabile al famoso "Whatever it takes" dell'ex presidente del Coniglio Mario Draghi. Lo si nota dalle prime dichiarazioni presenti sui suoi social. A Timmermans era stato contestato più volte il fatto che la sua transizione ecologica richiedesse uno sforzo esagerato rispetto alle capacità economiche delle classi medie, ma soprattutto dei meno abbienti.
La necessità di smussare questa rigidità è stata subito avvertita dal nuovo incaricato: "Gli europei meritano una giusta transizione verde. Poiché miriamo a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, dobbiamo assicurarci che ciò avvenga in modo equo e inclusivo, con crescita e posti di lavoro per tutti". Sono proprio quelle parole a fare la differenza rispetto al passato per i più moderati: equo, inclusivo, crescita e posti di lavoro per tutti.
Il nuovo commissario ha già dichiarato che una delle sue prime mosse sarà rafforzare i partenariati internazionali "per un futuro più verde in tutto il mondo". Lo ha spiegato anche in un videomessaggio pubblicato il 23 agosto, due sono i versanti sui quali si muoverà Sefcovic: intensificare i rapporti con le industrie, per far sì che il Green Deal venga portato a termine entro il 2050, e con i cittadini, affinché l'Unione Europea attui politiche eque e giuste nei confronti di tutti.
Sefcovic è fortemente intenzionato poi a garantire la potenza economica di cui attualmente dispongono le industrie dell'Unione Europea tramite finanziamenti ad hoc. "Non vedo l’ora di portare avanti questi sforzi, a beneficio dei nostri cittadini e della nostra industria", conclude Sefcovic.