Migliaia di tonnellate di rifiuti illegali rispediti in Italia dalla Tunisia per lo smaltimento. Protestano i cittadini: “Vogliamo tutelare l’ambiente”

Gli effetti peggiori del business dei rifiuti tornano a colpire la Campania. Ottomila tonnellate di scarti prodotti in Italia ed esportati illegalmente in Tunisia verranno portati temporaneamente a Persano, località in provincia di Salerno. Il loro arrivo ha però provocato la reazione dei sindaci della zona, che hanno dato vita a manifestazioni di protesta.
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Michele Mastandrea 23 Febbraio 2022

C'è un bel problema in provincia di Salerno, nell'area della Piana del Sele. Parliamo di uno dei principali problemi di un mondo che utilizza sempre più beni, ma non è organizzato per smaltirli nella maniera migliore. Sono infatti in arrivo circa 8mila tonnellate di rifiuti misti, indifferenziati e di origine sanitaria. Ma non dovrebbero essere lì.

Nel 2020, questi rifiuti furono importati da un’azienda tunisina attiva nel settore dello smaltimento. Di provenienza italiana, etichettati come “non pericolosi”, si trattava invece di scarti che sia la legge tunisina che le convenzioni internazionali vietano di commerciare. Scoperti dalle autorità doganali di Tunisi, i rifiuti avevano scatenato un caso diplomatico tra i due Paesi. Addirittura il ministro dell’Ambiente tunisino era stato arrestato per i fatti, mentre l’imprenditore locale che li aveva importati illegalmente è ancora latitante.

Il ritorno dei rifiuti in Italia

I container erano dunque stati bloccati nel porto tunisino di Sousse, in attesa di essere rispediti in Italia. Cosa che è avvenuta qualche giorno fa, il 19 febbraio. Le navi con a bordo 213 container di rifiuti illegali sono infatti arrivate a Salerno il 21 febbraio, in seguito a un accordo raggiunto tra Roma e Tunisi. Ma la polemica non è finita, anzi. Si è solo spostata all'interno del nostro Paese.

Il problema è infatti dove metterli, questi rifiuti. Come puoi immaginare, nessuna comunità locale sarebbe favorevole a ricevere migliaia di tonnellate di materiale dalla dubbia composizione. Capisci allora perché la decisione della Regione Campania di trasferirli a Persano, località del comune di Serre (provincia di Salerno), abbia scatenato la reazione della popolazione locale.

La protesta dei cittadini

La Regione vorrebbe tenere i rifiuti nell’area militare di Persano solo “per un periodo strettamente necessario alle operazioni di analisi, in vista del loro trasferimento presso impianti di trattamento finale fuori regione”. Ma le comunità locali non si fidano. Nei giorni scorsi diverse amministrazioni del territorio hanno creato un coordinamento. L’idea è seguire l’evoluzione del caso, ma non solo: sono iniziate anche manifestazioni di protesta.

Oggi 150 persone hanno partecipato a un presidio contro la decisione della Regione Campania. In piazza sindaci, associazioni e singoli cittadini di Serre, Eboli, Altavilla Salentina, Battipaglia e altri comuni dell'area nota come Piana del Sele. Il sindaco di Serre, Franco Mennella, ha invitato tutta la popolazione a “partecipare a questa importante e vitale battaglia per la tutela e la salvaguardia dell'ambiente e della salute pubblica” e annunciato di voler "percorrere tutte le vie legali, amministrative, civili e penali per opporci a questa decisione".

Un problema di fiducia

La richiesta del Coordinamento è che la caratterizzazione dei rifiuti, ovvero lo studio della loro composizione – necessaria per capire come trattarli – "venga fatta in altri luoghi, magari più vicini a dove saranno poi smaltiti", spiega il sindaco Mennella. Questo perché non c'è ancora chiarezza su che tipo di rifiuti siano: potrebbero ad esempio essere diventati tossici, essendo passati quasi due anni da quando sono stati caricati sui container. Ma soprattutto, i sindaci vogliono che il loro territorio non sia più utilizzato come sito di stoccaggio dei rifiuti. Sul carattere temporaneo della loro permanenza, il sindaco è infatti netto: "Non ci fidiamo".

Devi sapere infatti che non è la prima volta che Persano viene scelto come luogo per ospitare rifiuti. Fu sempre sul territorio di Persano che nel 2008 vennero portate circa 78mila tonnellate di “ecoballe”, ovvero rifiuti compattati in attesa di essere spediti ai termovalorizzatori. Di recente è iniziata la loro rimozione in direzione inceneritore: ma più delle metà di quelle “ecoballe” si trova ancora in quella che Mennella definisce "tecnicamente una discarica abusiva". È il problema della chiusura del ciclo dei rifiuti che ritorna, ancora una volta. Nel frattempo, però, sono le popolazioni locali a subire le conseguenze di anni di malagestione e malaffare.