
Da quando esistono le grandi catene di abbigliamento e la cultura del fast fashion, sarai abituato a compare ogni anno diversi vestiti a pochi euro, per poi gettarli nell'immondizia non appena smettono di corrispondere alla moda del momento. Insomma, acquisti più di quello che ti serve davvero e scarti tutto con estrema facilità. Ma ora sembra che l'economia circolare, che si basa sul principio del riciclo per non ricorrere a nuove risorse, possa rappresentare una soluzione anche in uno dei settori più inquinanti al mondo. Il primo marchio a farsi avanti in questo panorama è Mango, che lancerà la prima collezione derivata interamente da fibre provenienti da capi non più usati.
Il progetto si chiama Second chances ed è stato avviato assieme alla cooperativa Koopera, promossa dalla Caritas. Attraverso i vestiti raccolti in appositi bidoni, è stato possibile creare un'intera gamma di abiti nuovi. In base allo stato in cui venivano consegnati, i pezzi di abbigliamento sono stati rigenerati con qualche modifica, oppure sono stati trasformati in nuovi filati per magliette e pantaloni o, in caso non fosse più possibile indossarli, per imbottiture di divani o semplicemente bruciati per ricavare energia.
In questo modo si è dato via a una collezione composta per il 20% da fibre riciclate e per l'80% da cotone sostenibile. Un primo passo che si inserisce all'interno di un'iniziativa ambiziosa: fare in modo che entro il 2025, il 100% del cotone provenga da una produzione sostenibile e nel giro dei successivi cinque anni poter contare sul fatto che tutte le fibre cellulosiche usate abbia un'origine controllata.
Nei prossimi anni vedremo quindi se la multinazionale dell'abbigliamento riuscirà a mantenere le sue promesse. Intanto, se hai il classico cassetto pieno di vestiti che non usi più, aspetta a gettarli via: quando sarà possibile potrai destinarli a uno dei bidoni Second chances.
Credits photo: Mango pressroom