
Venduto per 8.500 dollari americani a un cacciatore di trofei di Dallas. Voortrekker era uno degli elefanti più anziani della Namibia; il suo nome in Afrikaans significa “pioniere”, era infatti un capobranco che negli anni Ottanta aveva guidato un gruppo di elefanti nella regione occidentale del Kunene.
Estremamente calmo e pacifico tanto da essere soprannominato “the gentle giant”, Voortrekker era l’anziano del gruppo, in grado di “raddrizzare” gli elefanti più giovani. Non era però della stessa opinione il governo della Namibia che più volte ha pensato di sbarazzarsene con la giustificazione che questo elefante fosse "problematico".
In un comunicato stampa, infatti, il Ministero dell’Ambiente e del Turismo della Namibia aveva dichiarato che l’animale sarebbe stato responsabile del danneggiamento di diverse proprietà e infrastrutture nell’area di Omatjete, e che fosse arrivato addirittura a uccidere persone e bestiame.
È stata questa la motivazione della decisione presa, oltre sicuramente ad una certa attrazione esercitata dal denaro che il governo avrebbe ricevuto in cambio della sua vita, a decretarne la fine.
Voortrekker era riuscito a salvarsi una volta, nel 2008, quando le associazioni ambientaliste e diversi volontari si erano uniti per proteggerlo e avevano comprato la sua salvezza raccogliendo la somma di 12mila dollari. Il governo, infatti, aveva già venduto una licenza di caccia che permetteva di abbattere Voortrekker e altri cinque elefanti del deserto della Namibia.
Eppure la giustificazione (se poi può essercene una) del governo della Namibia vacilla. Secondo gli operatori ambientalisti della regione le accuse da parte dello Stato sono infondate. Difficilmente quell’anziano elefante, si sarebbe spostato con il suo branco fino a Ohungu, causando i danni di cui è stato incolpato. È più plausibile che possano essere stati altri elefanti, come per esempio quelli di Khorixas e Kamanjab.
“Ricordiamo Voortrekker come un elefante incredibilmente gentile, pacifico e magnifico – ha affermato Johannes Haasbroek, della Ong Elephant Human Relations Aid –. La sua presenza è spesso servita a calmare altri elefanti giovani e inesperti intorno a lui. Era conosciuto localmente come il Vecchio, era sempre il benvenuto perché non causava mai problemi”.