Navi da crociera: quanto inquinano questi giganti hotel galleggianti?

Le crociere sono nate quando le navi hanno smesso di essere l’unico mezzo di trasporto per percorrere lunghe distanze e le compagnie hanno dovuto reinventare il ruolo di questi giganti del mare. Oggi i crocieristi mondiali sono oltre 20 milioni e l’Italia è il Paese europeo che risente maggiormente delle conseguenze di un turismo in-sostenibile che, però, sta cercando di riscrivere la sua storia sotto il segno del rispetto dell’ambiente.
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Beatrice Barra 12 Luglio 2023

Nel 2022 l'Italia ha raggiunto un triste primato: è il Paese europeo con il maggior inquinamento da navi da crociera. Questo dato diventa ancora più interessante se pensi che il numero di navi che sono arrivate nei nostri porti è inferiore rispetto a quello registrato in Spagna e che anche i tempi permanenza nelle nostre coste sono più bassi. A quanto pare, sarebbe la dimensione delle navi il problema: in Italia si fermano le navi più grandi – quindi anche le più inquinanti – per un tempo superiore rispetto agli altri Paesi.

I problemi di questi giganti del mare sono tanti: dalle tradizioni pericolose, all'inquinamento, fino ai danni alla morfologia delle nostre coste.

Una pericolosa tradizione marinaresca

Sicuramente ricorderai il tragico incidente che nel 2012 ha causato il naufragio della Costa Concordia al largo dell'Isola del Giglio. Quell'episodio fu il seguito del cosiddetto "inchino" della nave da crociera.

Si tratta di una vera e propria tradizione marinaresca che consiste in una manovra, a volte pericolosa, in cui enormi navi si avvicinano alla costa per salutare gli abitanti. Per quanto  questa tradizione possa sembrare essere affascinante, può mettere gravemente a rischio aree costiere dall’elevato valore paesaggistico e soprattutto le persone che sono a bordo della nave.

Navi: da mezzo di trasporto a hotel galleggianti

Conosciute da tutti come mastodontiche navi che solcano i mari trasportando viaggiatori in ogni dove, le navi da crociera che conosciamo oggi sono le dirette discendenti dei transatlantici. Circa un secolo fa salire su un transatlantico significava intraprendere un viaggio diretto che durava settimane, senza fermate, per attraversare l’oceano (ad esempio tra il Nord America e l'Europa). Il Titanic, per intenderci.

Negli anni successivi, con l'arrivo degli aeroplani che hanno permesso di raggiungere mete molto lontane in pochissime ore, queste grandi navi sono state quasi completamente abbandonate. Ma molte compagnie navali non si sono perse d'animo e hanno cambiato strategia: se le navi avevano perso la loro funzione di mezzo di trasporto, perché non farle diventare hotel galleggianti che potessero offrire intrattenimento, attività sportive, vari ristoranti e permettere di visitare bellissime mete?

Nell’ultimo secolo il numero di passeggeri delle navi da crociera è esploso. Secondo l’Associazione internazionale delle compagnie di crociera, nel 2022 sono stati più di 20 milioni i crocieristi mondiali, una crescita che, dopo la crisi portata dal COVID-19, non accenna ad arrestarsi. Di pari passo con la maggiore richiesta e partecipazione sono aumentate anche le dimensioni delle navi. Pensa che la nave più grande del mondo è la Wonder of the Seas, che può ospitare quasi 7 mila passeggeri e circa 2 mila membri dell'equipaggio. Giusto per essere chiari: è 62m più lunga della Torre Eiffel. L'altezza, il peso e l'imponenza la rendono una vera e propria città galleggiante con servizi e comodità di ogni genere (c’è persino una Zip Line). Ma lo sai qual è l'effetto di tutta questa crescita? Un grave aumento dell’inquinamento e una minaccia per gli ecosistemi marini.

L'inquinamento delle navi da crociera

Potrebbe non essere la prima cosa a cui pensi, ma ciò che rende le navi da crociera così inquinanti è la grandissima quantità di energia che utilizzano. Per alimentare i vari servizi a bordo, come l'aria condizionata, le luci, le cucine, le piscine, fino alla spinta grazie alla quale la nave si sposta nell'acqua, le navi da crociera utilizzano il carburante (e non un carburante qualsiasi). La maggior parte delle navi da crociera brucia olio combustibile pesante, che è un combustibile fossile pieno di sostanze tossiche tra cui: le polveri sottili (come PM2.5), ossidi di zolfo (SOX) e ossidi di azoto (NOX). Questi inquinanti nell’uomo possono provocare malattie cardiovascolari e respiratorie, a livello ambientale invece contribuiscono a rendere le piogge acide provocando  gravi conseguenze su pesci, coralli e alberi. Insomma, danneggiano l'equilibrio di molti sistemi ecologici.

Attenzione però: tutto ciò non riguarda solo l’ambiente marino e i passeggeri che si trovano a bordo delle navi da crociera.

Questi mezzi, infatti, viaggiano veloci e molto vicino alla costa, quindi enormi volumi di carburante vengono bruciati in prossimità delle città costiere. Questo problema è alimentato da fatto che nemmeno quando si fermano al porto per far scendere i visitatori  spengono i motori, quindi producono un ricco buffet di inquinanti atmosferici semplicemente stando ferme. Proprio per questo, nel 2022, il porto di Civitavecchia, vicino a Roma, è stato eletto il secondo porto più inquinato d'Europa dopo Barcellona. Sono infatti 130 le navi che hanno ormeggiato qui emettendo quasi 40 volte più zolfo di tutte le auto della città.

Porto di Barcellona

Quel che è peggio però, è che secondo la Federazione europea per il trasporto e l'ambiente, nel 2022, l‘Italia è stata il Paese europeo con il maggior inquinamento da navi da crociera. Come ti ho anticipato all'inizio di questo articolo, guardando attentamente i dati puoi accorgerti che nel mare italiano sono passate meno navi e hanno trascorso anche meno tempo nelle nostre acque rispetto a quelle spagnole. Eppure le 3.720 tonnellate di ossidi di azoto emesse in Italia sono ben al di sopra delle 3.036 tonnellate della Spagna. Sembra proprio che i nostri mari siano la meta preferita delle navi da crociera più grandi e più inquinanti che semplicemente hanno trascorso più tempo nelle acque italiane,  rispetto a quelle spagnole.

Tutto questo è il risultato di standard normativi sui carburanti per uso marittimo arretrati: il miglior standard di zolfo marino rimane 100 volte peggiore dello standard di zolfo europeo per diesel e benzina delle automobili. Per non parlare del fatto che il trasporto marittimo contribuisce a circa il 3% delle emissioni globali di gas serra di origine umana.

Venezia, l'effetto delle crociere sulla morfologia

Venezia, pur essendo Patrimonio Culturale e Naturale per UNESCO, è sempre stata il simbolo del turismo crocieristico di massa e il porto più inquinato d'Europa nel 2019.

La bassa profondità della laguna è la ragione della sua fragilità e della sua unicità naturale. Al di fuori dei principali canali di navigazione, la profondità media dei fondali è di appena 1 metro e il passaggio di grandi navi li sta drasticamente compromettendo. Il loro passaggio oltre a scavare i fondali, crea spostamenti di grandi masse d'acqua, che possono essere “trascurabili” nel mare oltre il Lido, ma stanno cambiando la morfologia della laguna: l'acqua è diventata più profonda, le correnti sono cambiate e le paludi salmastre si stanno ritirando.

Un parziale cambio di rotta è arrivato il 1 agosto 2021. Dopo anni di battaglie e proteste da parte degli attivisti, il governo ha vietato l'accesso a grandi navi, di oltre 25.000 tonnellate nel Canale della Giudecca e a San Marco. Ciò significa che solo piccoli traghetti passeggeri e navi merci potranno entrare nel centro storico di Venezia. Questo ha portato a una drastica riduzione delle emissioni inquinanti delle navi da crociera, ben l’80% in meno.

Un parziale cambio di rotta

Pur essendo ancora lontani dal risolvere la questione dell'inquinamento delle navi da crociera e andando per tentativi che a volte si rivelano inefficaci, le compagnie stanno valutando delle possibili soluzioni per cercare di operare il più possibile nel rispetto dell'ambiente. La prima fra tutte è l'investimento delle nuove navi in un’alimentazione a gas fossile che permette di ridurre drasticamente le emissioni di ossidi di azoto e di zolfo. L’unica pecca è che il gas fossile è composto da metano, un gas serra che purtroppo contribuisce ancora al riscaldamento globale.

Altre iniziative riguardano l’installazione di scrubber o “abbattitori di fumi”, ovvero sistemi di pulizia dei gas di scarico che sono sempre più in voga sulle navi da crociera. In parole semplici, spruzzando acqua nei tubi, gli scrubber limitano la fuoriuscita di inquinanti. Allo stesso tempo, però, presentano notevoli inconvenienti ambientali, in quanto una parte dell'acqua utilizzata e contaminata da inquinanti viene scaricata in mare.

Scrubber a torre/ Wikimedia Commons

Un’altra soluzione di cui sente sempre più parlare è il Cold Ironing: processo che consente ad una nave attraccata in porto di spegnere i motori e connettersi a una presa elettrica presente nelle banchine, cosa che ridurrebbe del tutto le emissioni delle navi ferme.

Pawanexh Kohli/ Wikimedia Commons

Arrivati a questo punto diventa fondamentale chiarire che le navi da crociera non sono gli unici mezzi di navigazione che inquinano. Anzi,  le compagnie di crociera hanno il merito di essere tra le prime nel settore marittimo a impegnarsi con investimenti che sembrerebbero puntare verso delle soluzioni più green. Però oltre all'impegno nel ricercare tecnologie che abbattono le emissioni di inquinamento, sono necessarie anche delle normative efficaci, come quelle attuate a Venezia, che impediscano a questi giganti del mare di avvicinarsi troppo alle coste mettendo a rischio habitat protetti e – fortunatamente solo in rarissimi casi – i  passeggeri a bordo.

Solo così diventerà sempre più concreta la possibilità di navigare in sicurezza verso un futuro in cui le navi da crociera potranno diventare un mezzo attraverso cui scoprire le bellezze naturali del mondo, senza comprometterle e contribuire all’inquinamento atmosferico.